Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

éons1derar chiusa e risolta la « questione meridionale ))' i paesi a sud del Tronto e del Garigliano avevano continuato ad essere afflitti dalla loro tradizionale depressione economica e civile. Ora, anzi, in misura ancor più rilevante che nel periodo prefascista. Durante il ventennio il progresso generale delle regioni meridionali non fece registrare sviluppi gran che rilevanti. L'espansione demografica fu invece fortissima, pari all'incirca a 2 milioni di persone, che, aggiunti agli 8 milioni e mezzo già costituenti la popolazione meridionale nel 1921, portarono il totale della popolazione meridionale a circa 10 milioni e mezzo di abitanti. La congestione demografica era stata evitata nel periodo prefascista grazie alle foltissime correnti di emigrazione avviate soprattutto verso i paesi transoceanici. Ma, all'indomani della prima guerra mondiale, il grande sbocco oltreoceano era venuto meno e, per di più, il fascismo diede vita, nello stesso tempo, ad una propaganda fautrice dell'incremento demografico e ad una legislazione che, col pretesto della lotta contro l'urbanesimo, istituiva una specie di servitù della gleba e, comunque, rendeva oltre1nodo difficile l'esodo dalle campagne, cioè a dire dalla quasi totalità dei territori meridionali. Il Meridione fu costretto in tal modo ad accumulare grandi ed inutizzate riserve demografiche in misura sempre crescente e ad adattarsi ad una lenta, ma implacabile flessione dei suoi redditi medi (4). La compressione poliziesca, fortissima, garantì l'ordine pubblico, ma, certo, forse mai come nel 1939 fu giustificata la vecchia espressione fortunatiana che comparava le masse contadine meridionali ad un vulcano perennemente alla vigilia di un'esplosione. L'occupazione alleata, susseguita alla sconfitta, segnò il mo- · mento in cui la compressione delle plebi meridionali trovò i suoi primi violenti sfoghi. Con la reazione fascista erano venute meno le stesse fondamenta giuridico-statali del tradizionale ordinamento sociale e il prestigio delle classi ad esso legate. Ci furono occupazioni di terre assai diffuse, violenze, episodi come quelli della « repubblica rossa )) di Caulonia (5). (4) Sulla storia demografica e le vicende dell'emigrazione meridionale dopo l'Unità cfr. G. GALAsso, LA popolazione meridionale dal 1861 al 1951, in « Nord e Sud >> n. 48, novembre 1958, pag, 48 segg. (5) Sulle condizioni del Mezzogiorno alla vigilia del sec.ondo conflitto mondiale mancano lavori specifici. Un quadro assai generale delle condizioni di tutto il Paese si ha tuttavia in L. SALVATORELI.1-GM.IRA, Storia dell'Italia nel periodo fascista, To-- rino, 1956, pag. 867 segg. Di una tipica situazione post-bellica del Mezzogiorno dà · [67] · Bibliotecaginobianco

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