Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

precedenti erano state vlssute specialmente da alcuni cetl sociali; 1e masse si erano sentite nei loro confronti, per lo più passive, se non ostili (2). Ora, invece, contadini e artigiani, sottoproletari delle campagne e delle citta meridionali venivano ad essere essi, direttamente e spontar1eame11te, i protagonisti di un contatto umano, in cui si realizzava un'antica e profonda aspirazione. La civiltà meccanica moderna penetrava allegramente rumorosa nelle città e nei borghi, con un parco senza fine di automezzi d'ogni genere e di attrezzi ignoti per lavori ed operazioni che il meridionale era aduso o a realizzare con attrezzi infinitamente più semplici e meno potenti o a non considerare affatto realizzabili; penetrava nelle case d'ognuno, portando farmachi nuovi e nuovi modi di offrire un cibo salubre e saporito già confezionato e pronto all'uso. Pur nelle traversie e nelle ansie di una campagna di guerra non breve e non facile, in luoghi inospitali, fra gente povera e roz~a, i potenti stranieri rivelavano una cura del loro comfort, una larghezza nell'uso dei beni di sussistenza, una libertà di modi e di atteggiamenti che per il meridionale medio potevano essere pensabili soltanto da parte dei tradizio11ali «signori>> nei periodi più pla,cidi dell' anteguerra. L~America favolosa e lontana, il paese caro ai sog11ie alle fatiche dei padri, era, d11nque, venuta fra noi. La sua natura generosa ed eccentrica echeggiava nelle risate larghe e cordiali dei soldati negri. La sua potenza strideva nel rombo di mille e mille grandi e piccoli motori. La sua civilta risplendeva nell'igiene perfetta imposta in ogni stabile alleato. La sua democrazia travolgeva ogni albagia dei vincitori e permeava, in modo evidente, la stessa disciplina militare (3). Nei vent'an11i fra le dt1e guerre mondiali il Mezzogiorno aveva, infatti, continuato ad aspirare all'America. Sebbene il fascismo avesse imposto di (2) Per l'atteggiamento delle masse meridionali durante il periodo 1799-1815 rimangono classiche le pagine di B. CROCE, Storia del Regno di Napoli, 5a edizione, Bari, 1953, pag. 227 segg.; per il periodo unitario si vedano, ad es., gli accenni conte~ nuti in G. VoLPE, Italia Moderna, vol. I, Firenze 1945, pag. 85. (3) In N. AJELLO; Storia e Antologia della Napoli-Sciangai, (cfr. « Nord e Sud», n. 1, dicembre 1954, pag. 103 segg.), si ritrova una esemplificazione della risonanza, nella narrativa italiana post-bellica, di questa « novità » che fu l'incontro fra 1neridionali ed occupanti nel periodo 1943-45. Dello stesso, sul medesimo argomento, cfr. anche Storia e Antologia della Napoli proletaria, in « Nord e Sud)), n. 8, luglio 1955, pag. 86-118, passim. Bibliotecaginobianco [66]

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