Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

mai significativo in sede di valutazione dell'evoluzione dei rapporti fra città e campagna nella realtà meridionale: se infatti noi guardiamo al Tavoliere - o al Fucino, o alla piana del Sele, o al Metapontino - non p ossiamo non rilevare che da qualche anno è in corso per importanti regioni agricole un processo di diffusione e ramificazione delle istituzioni e dei costumi cittadini, della scuola e della banca, dei giornali e dei parti ti, dei mezzi audiovisivi e delle pratiche antifecondative, degli alloggi popol ari e delle locande, dei servizi in generale e dei centri di trasformazione d ei prodotti locali in particolare : gli uni che si vanno ramificando per u na campagna sempre più « edificata )) dall'uomo e dalle macchine, e comunque non più flagellata dalla 'malaria; gli altri che cominciano a emerge re qua e là, sfondando la crosta di miseria che per secoli ha coperto anc he queste regioni del Mezzogiorno. Tutto ,ciò vale per le aree di sviluppo integrale. Vi e poi un terzo tipo di aree che pure ci aiuta a comprendere come evolvono i rapporti fra ci ttà e campagna nella realtà meridionale. Si tratta - sempre in base alla t erminologia della Svimez - delle aree di sviluppo ulteriore, che sono quelle << caratterizzate dall'esistenza di non abbondanti risorse naturali ulteriormente sfruttabili, ma anche da un forte addensamento sia di capitali soci ali che di capitali tecnici (nell'agricoltura, nei servizi e soprattutto nell'indu - tria), in presenza di una densissima ed esuberante popolazione )) (16). La più tipica e la più importante (e in un certo senso la sola) area di sviluppo ulteriore è naturalmente quella di Napoli e della zona napoletana, a proposito della quale si potrebbe fare un ampio e complesse discorse e h< ci porterebbe però troppo lontano. Ci basterà dire che la ex capitale de ve cessare di essere e di sentirsi tale, per poter diventare una città tra le altr e, sia pure la più bella, la più antica e la più importante di quelle che stann o ora « crescendo )) nel Mezzogiorno d'Italia; e che il problema dell'industrializzazione non si pone più come nel 1904 in termini di industrializ - zazione della città, ma si pone in termini di industrialzzazione di tutto il fitto « arcipelago )) napoletano: dei numerosi satelliti più che dell'agglomerato principale. Non si dimentichi, infatti, che fra i numerosi satell iti si ritrovano ben tre addensamenti (Torre del Greco, Torre Annunziata , Castellammare) la cui congestione demografica è tale che oggi essi oltre- (16) Idem. ~ [S9J 1 Bibliotecaginobianco

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