dai « dormitori contadini>> delle Puglie, della Sicilia, della Campania, e che abbandonano i << paesi )) fatiscenti e degradati di quelle regioni che Rossi Daria chiama osso del Mezzogiorno e che la Svimez ha indicato come aree di sistemazione : « caraterizzate da una accentuata scarsità sia di risorse naturali che di capitali tecnici e sociali )) (14). Le correnti migratorie che insieme formano q11estaondata crescente non si dirigono, però, quasi soltanto verso le lontane città cisalpine e transalpine; una parte di esse, quantitativamente ancora esigua, ma qualitativamente già significativa, si dirige verso quelle che potrebbero essere le nuove e rinnovate città vicine, che già si espandono, o si annunciano appena, al centro o ai margini di regioni che Rossi Daria chiama polpa del Mezzogiorno e cui la Svimez ha imposto ìa qualifica di aree di sviluppo integrale: « caratterizzate da una densità media di popolazione, suscettibile però di aumento, dato che in queste aree - se è piuttosto scarsa la precedente acculazione di capitale - ci si trova generalmente in presenza di risorse naturali - agricole, idriche, minerarie - non ancora sufficientemente valorizzate >> (15). Esempi di queste promesse di una nuova o rinnovata realtà cittadina sono, tra gli altri, Avezzano e soprattutto Pescara in Abruzzo, Salerno e Battipaglia ai margini della piana del Sele, Crotone nel cuore della piana del Neto; e si pensi pure, su di una scala diversa, ai « paesi )) nuovi che si vanno formando nel Metapontino, a Scanzano ed a Policoro, nuclei forse di future città; e infine, ritornando a scale piu ampie, si pensi allo sviluppo recente di Foggia e del circostante Tavoliere. Questo ultimo esempio, anzi, tra q_uelliche si sono fatti e gli altri che si sarebbero potuti fare, vale anche ai fini di un particolare rilievo, quanto principale, cercano con ogni mezzo di « ritardare il processo di dissoluzione ))' di « impedire il trasferimento di una Pretura, di un Ufficio del Registro, di una residenza vescovile, perifino di un carcere! >>. E pertanto « alle molte e giuste ragioni di risentimento che i paesi del Mezzogiorno nutrono contro i Governi, da cui si sono visti troppo spesso trascurare, si intrecciano altre meno giuste, quando, superando pressioni ed ostacoli opposti dal malvolere dei locali, si cerca da Roma di semplificare la vita amministrativa dei Comuni, col trasferire Diocesi e Municipi, Preture ed Uffici delle Imposte, là dove le esigenze di una cresciuta popolazione ne rendono necessaria l'esistenza e opportuna la loc~tlizz2zione » (ANTONIOMARANDo,cit.). (14) NINo NovAcco: Zone « omogenee» e sviluppo economico regionale, in « Nord e Sud ))' a. VI, n. 51, febbraio 1959. (15) lde1n. Bibliotecaginobianco [58]
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