tnentre la prima è già Europa, e già segn.atà cioè da ràpporti fra citt~ è campagna di tipo europeo, la seconda è ferma a una condizione per cui non infondatamente se ne parlava - e non soltanto nel senso dei rapporti fra città e campagna - come di un prolungamento dell'Africa al di quà del Mediterraneo. E se poi estendessimo il confronto alle altre regioni del Sud, non potremmo trarre conclusioni gran che diverse: sono regioni prive di città, dei centri di un sia pure potenziale sviluppo industriale e commerciale. Nel Sud, insomma, troviamo capitali come Napoli e come Palermo, cariche di « miseria nascosta sotto le sembianze splendenti )) (2); ma non insediamenti umani razionalmente dislocati e organizzati, non un sistema cittadino di tipo moderno, collegato da una fitta rete di comunicazioni (3). Mentre le città europee - e le città dell'Italia centro-settentrionale con esse - sono state per così dire « selezionate )) dalla civiltà comunale e dal Rinascimento, e sono diventate poi il teatro della rivoluzione industriale e dell'urbanesimo moderno, nell'Italia meridionale, se di città si può parlare, se ne può parlare soltanto nel senso di « luoghi di residenza dei proprietari fondiari o dei commercianti arricchiti che vi spendono in servizi o prodotti di lusso il surplus dei loro redditi, assicurando così un certo sostegno a un'economia artigiana che è priva dì avvenire industriale )) (4). Ed in questo senso infatti ne ha parlato Carlo Rodanò nel più interessante capitolo del suo studio sullo sviluppo economico del Mezzogiorno: nelle città meridionali « vive di preferenza la classe agiata )); e si tratta di città che « per gli abitanti delle campagne e dei comuni minori, esercitano le (2) BENEDETTOCROCE: Vite di avventure, di fede, di passione, Bari (Laterza), 1947, pag. 215. Per quanto si riferisce agli attributi di Napoli come capitale del regno meridionale, si pensi alle sue reggie e le si confronti a « un particolare il cui significato è tale da poter essere assunto a valore di simbolo: Napoli è forse la sola grande città che non abbia avuto un antico palazzo municipale e quindi non abbia conosciuto quella continuità di organico svolgimento che altrove è quasi sempre presente » (RoBERTO PANE, Napoli imprevista, Torino, Einaudi, 1949, pag. 8). (3) Considerazioni interessanti, jntorno ai rapporti fra città e campagna nel Mezzogorno si leggono in RrccARDo MusATTI, La Via del Sud, Mila.no (Comunità), ì a edizione, luglio 1955, 2a edizione aumentata, aprile 1958; di Riccardo Musatti cfr. anche Terra senza città, in « Nord e Sud)), n. 28, marzo 1957. (4) BENOIT VERHAEGEN: Le sous-développement, in <<Esprit», aprile 1959. ' Bibliotecaginobianco [52]
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