Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

polazione meridionale che ha preso corpo, e una dislocazione delle sedì stesse di queste popolazioni che investe tutto il territorio del nostro Mezzogiorno, le sue arretrate città e le sue affollate campagne, le sue regioni in-- terne e quelle costiere, le sue zone impervie e quelle pianeggianti. E non è più soltanto questione d.i quella espansione delle colture ·intensive, dell'albero e dell'orto, che è cominciata nell'altro secolo, che per fasi dall'alterna fortuna si è protratta fino ad oggi (1), che è una costante dei programmi di trasformazione agraria nelle regioni mediterranee; non si tratta soltanto di questo, ma anche e soprattutto di uno squilibrio drammatico fra la maturazione di nuovi rapporti e la persistenza delle strutture su cui si reggeva l'antica immobilità: e così abbiamo un esodo rurale cui non corrisponde ancora un moderno fenomeno di urbanesimo, una crisi dei vecchi insediamenti contadi11i cui non corrisponde ancora una effettiva .fioritura di nuovi centri cittadini, un accrescimento della mobilità territoriale cui non corrisponde ancora un analogo processo relativo alla mobilità professionale. È lecito quindi parlare di evoluzione in senso europeo degli anacronistici rapporti fra città e campagna nel Mezzogiorno d'Italia; è lecito parlarne, però, avendo ben presente come, quando, perchè, alla immobilità di ieri, sia finalmente subentrato il movimento di oggi e quali attriti questo movimento debba vincere. Se, per esempio, noi assumiamo come punto di partenza per una valutazione del genere la Lombardia di Carlo Cattaneo e la Sicilia di Franche_tti e Sonnino, non possiamo non rilevare che, (1) MANLIORossr DoRIA: 10 anni di politica agraria nel Mezzogiorno, Bari, (Laterza), 1958; cfr. in particolare il capitolo intitolato: « Agricoltori e contadini nel1' avenire del Mezzogiorno », pagg. 255-295. Di Manlio Rossi Doria; cfr. anche: « Che cosa è il Mezzogiorno agrario )), in Antologia della questione meridionale a cura di Bruno Caizzi, Milano (Comunità), 2~ edizione, 1955. Ivi Rossi Doria descrive il « regno dell'albero e delle colture ortofrutticole )) come un << regno in espansione >); parla di « oasi >> che si trovano « lungo le coste, intercalate alle pianure malariche e disabitate )> (lo scritto in questione fu preparato in occasione di un convegno tneridionalistico del Partito d'Azione, tenutosi a Bari nel dicembre del 1944, quando la malaria non era stata ancora liquidata); riferisce che queste « oasi )), fino alla metà. dell' '800, « erano isolate e ristrette )), che « solo dopo di allora è cominciata la loro espansione ))' che « gran parte dei vigneti, degli agrumeti, dei frutteti, degli orti, degli stessi oliveti, hanno meno di un secolo di vita » e che « la loro espansione è avvenuta, per così dire, a ondate, sotto lo stim9lo di prezzi più alti e più larghi mercati ». [SI] Bibliotecaginobianco

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