fieri della loro solitudine e che avrebbero considerato la « comprensione » come la più sanguinosa delle offese; o addirittura preferiamo qualche « sempiice » non tormentato, come quel giovane di Rimi11i che dichiara: « Mi piace l'estate per le donne che arrivano, mi rattrista l'inverno per le donne cl1e rimangono » • Se forse è vero che glì anziani non « comprendo110 » i giovani - ma questi ultimi non capiscono che è giusto ed è bene che sia così: proprio nella misura in cui i giovani non sono « compresi », sono vivi, diversi cioè dai loro predecessori - è sicuramente vero che questi giovani non conoscono nulla di quegli anziani che essi tanto superficialmente condannano. Nota giustamente il Dursi: « È tuttavia curioso osservare come i ragazzi identifichino i tempi nuovi con quelli del jazz o della radio, che furono dei loro padri, e si vantino ingenuamente di vivere nella nuova era atomica ultima ... eredità lasciata loro dagli anziani, appunto. Credono di imporre ciò che invece accettano » (p. 105). « I ragazzi di oggi mostrano di ignorare quello cl1e furono i ragazzi di ieri, raffigurandoli pantofolai, mentre se mai la loro attitudine peggiore fu di amar tropp~ gli stivali» (p. 105). Ma andiamo alla ricerca delle responsabilità di tutto questo. E stavolta la colpa non è, decisamente, dalla parte dei giovani. l~a scuola è la grande accusata, la scuola che dichiara « maturi » dei giovani che, nella migliore delle ipotesi, conoscono il mondo di quarant'anni fa. La sc11ola è la prima, diretta responsabile delle orripilanti dichiarazioni « politiche » che abbiamo udite e, si badi, da ragazzi autori di risposte molto sennate su altri argo1nenti. Scegliamo due esempi, fra i più significativi. « Voterei - dice un ventenne di Governolo (Mantova) - per un partito socialista democratico che accogliesse il sistema di una repubblica a tipo presidenziale, un sistema separatista fra Stato e Chiesa e applicasse un quasi totale liberalismo economico, ma giacchè non esiste voterò sicuramente per la D.C. ». Ma accanto al guazzabuglio di idee c'è qualcosa di peggio, ci sono le storture « dialettiche » che sono <la mettere in conto alla filosofia, insieme certo alle sue benemerenze. Dichiara uno studente di Guastalla: « Voterei per la D.C. perchè dà agli italiani la possibilità anche di togliersi la liber.tà e quindi essere poi costretti a fare quello che hanno fatto gli eroi ungheresi e di trovare i carri armati russi ». Intendiamoci, 110nche questi voti intenzionali diano poi un quadro politico dei rapporti di forze molto diverso da quello effettivo esistente nel Paese. Più o meno, stando a questi dati, lo schieramento elettorale nei prossimi anni non dovrebbe subire ·grandi alterazioni; lo schieramento, s'intende, della borghesia. Ma sono le «ragioni> per le quali questi giovani voterebbero nel tale o nel tal'altro modo che lasciano più che perplessi. Chi ha a cuore le sorti della democrazia italiana non può certo esserr1e lieto. Consola solo il fatto che i migliori fra questi giovani, magari proprio gli autori delle dichiarazioni politiche più su [41] ·Bibliotecaginobianco
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