come i più dei loro predecessori - terminati, magari, a trent'anni nel banco lotto rionale -, ma che tutti abbiano invece un'ansia di afferrarsi al concreto, al raggiungibile, all'immediatamente raggiungibile. Non sono isolate le voci che dichiarano di avere ideali da ragioniere, di voler mettere su famiglia i l più presto possibile, di non nutrire alati propositi. E persino uno studente del conservatorio musicale di Parma confessa: « Non cerco la ricchezza, ma la gloria dei sentimenti onesti, la bellezza della natura mi basta per essere felice». Nel suo caso noi avremmo, in verità, preferito che avesse sognato teatri plaudenti e richieste di autografi. È quindi morta la retorica, ma sono morte anche le ambizio11i. E non sappiamo se sognare a diciott'anni l'ordinaria amministrazione può essere motivo di compiacimento. Comunque non si può non constatarlo. Con una precisazione però. Questi moderati sog11atori non solo sono il trentun per cento dei giovani interrogati, ma molti di essi vivono in una situazione familiare irregolare o insoddisfacente, e quindi, nel loro caso, l' « ordine », la normalità sono realtà da essi mai possedute. Vogliamo qui riferirci, oltre che agì i illegittimi, a tutti coloro che so110stati costretti alle tristi esperienze dei col - legi, a tutti quelli che se11tono « di vivere in un albergo », che avvertono l'estraneità della loro casa, o che addirittura sono stati sconvolti da esperienze eccezionali. « Il suicidio di mio padre, avvenuto quando ero bambina - scrive una studentessa ascolana - ha lasciato un'impronta vivissima nel mio animo »; e come ignorare « la triste vicenda di una fanciulla che per anni assiste la madre fuor di senno ascoltandone parole atroci che non potrà più dimenticare? ». Bisogna quindi tener presente tutto questo; bisogna altresì tener presenti gli echi ultimi della guerra che talvolta affiorano nelle coscienze di questi giovani, se non nella loro memoria. Ma è innegabile che la « carica » anticonformista, « rivoluzionaria » di cui essi sono dotati è certamente abbastanza esile. Le uniche dichiarazioni veramente impertinenti le abbiamo trovate presso qualche fanciulla dalle vedute ampiamente liberali e che simboleggiava così i suoi « ideali » di vita: « Ammiro: Nla(lame de Pompadour. Avverso: Penelope ». Eppure, questa ragazza che propugnava « Corsi di aggiornamento e avviamento a pensare più sessualmente » aveva poco prima dichiarato di essere credente. La coerenza sarà certamente l'ultima ,,irti.1 che questi giovani conquisteranno. Pertanto l'orgoglio tanto spesso da essi ostentato, l'orgoglio di chi si considera profondamente diverso dagli anziani che l'hanno preceduto, l'orgoglio di chi possiede una perso11alità, insomma, ci pare sovente molto poco fondato, o almeno è ben povera cosa. Sono orgogliosi, e dichiarano di « av,er paura della vita », e cl1iedono di essere « compresi ». Preferiamo ai più di essi qualche epigono « cattivo » degli autentici romantici, di quelli che erano Bibliotecaginobianco [40]
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