Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

sione, un beru,f diverso. l\1olti furono gli intellettuali che in quegli anni uraganici si improvvisarono politici, dimenticando così i loro doveri di intellettuali. Antoni, invece, seppe discernere ed intendere che il suo vero posto era altrove, che altrove era la sua missione, e che le istituzioni di uno stato libero sì sarebbero ricostruite solo se ognuno fosse tornato a quella che era la sua autentica funzione. Per tutto ciò A11toni è stato maestro nel senso più alto del termi11e, senza bisogno di amrrtaestrare esplicitamente: « un maestro timido - ha scritto con grande finezza Il Mondo - e troppo saggio per sentire il bisogr10 di salire in cattedra >;. N. d. R. Ritratto di una generazione A novemilacinquecento ragazzi delle ultime classi delle scuole secondarie di una zona comprendente le rvrarche, la Romagna, l'Emilia e parte del Veneto e della Lombardia, tra il 1957 e il 1958, fu inviato un questionario; comprendeva 20 domande, che vertevano s11llafede religiosa: - « È credente? Praticante? » - su quella politica: « Per quale partito voterebbe, e perchè? » - sulla scuola, sulla famiglia, sugli autori preferiti; sui propositi per il futuro, e cosi via. L'iniziativa fu di un quotidiano bolognese, per conto del quale Massimo Dursi curò l'inchiesta e esaminò le risposte in una serie di articoli che ora, rifusi, compaiono in un volume della Società Editrice Il Mulino (Giovani soli~ Bologna, 1959). Sociologia? « Correrò volentieri tutti i rischi che comporta la mia temerarietà, fra cui di essere meritatamente scomunicato dai sociologi » : è la premessa con cui, saggiamente, il Dursi stronca ogni possibile appunto metodologico, e che serve anche a cl1iarire il valore da dare alle testimonianze raccolte. Si tratta piuttosto di una « conversazione ]) di un anziano con dei giovani, con quelli che hanno risposto, s'intende. Sono stati duemilanovecentoquaranta, quasi il trentun per cento. C'è da mettersi, innanzi tutto, d'accordo sul valore da dare a questa cifra. Se è vero quanto nota il Dursi: « Gli studenti ci hanno capito. Difatti pochi hanno scherzato o approfittato dell'anonimo per ostentare quello spirito cosiddetto goliardico composto di artificiosa strafottenza e di pornogratìa- Che diciamo pochi? Quasi nessuno »; c'è altresì da chiedersi: e gli altri? Che valore ha il loro « no »? Non ci pare affatto ozioso domandarselo, percl1è, oltre al non trascurabile fatto che sono i più, l'ignorarli porta a dare un valore assoluto alle risposte pervenute, a colorare una generazione in un certo qual modo, quello dei « giovani pensosi» - come s0110 in maggioranza co]oro che hanno risposto - e pensosi in una ceria · qual maniera. Bibliotecaginobianco (38] ,

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