Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

I liberali e il quadripartito di Francesco Compagna Una delle accuse che più frequentemente 1certastampa <<indipendente/> muove all'on. Fanfani - e ad essa sembrano associarsi i <<dorotei » - è quella di aver <<discriminato >>i liberali quando, dopo le elezioni del 1958, ha proceduto alla formazione del suo governo. Ha affermato invece l'on. Preti su La Giustizia che per la formazione di quel governo i liberali non poterono essere presi in considerazione <<per l'ovvia ragione che durante la campagna elettorale avevano assunto posizioni di estrema destra ·in ordine ai problemi sociali ed economi,ci >>. Fra Missiroli e compagni che sostengono la prima tesi, da un lato, e Preti, dall'altro lato, è naturalmente quest'ultimo ad aver ragione. È dove-- roso aggiungere, però, che ad assumere << posizioni di estrema destra in ordine ai problemi sociali ed economici>>, è stato solamente Malagodi; e fin dal gior110 che gli è stata conferita la responsabilità della segreteria del P.L.I. D'altra parte non è meno doveroso aggiungere che, se fu soltanto Malagodi ad assumere posizioni che erano incompatibili con quelle degli altri partiti democratici, queste posizioni, così massimaliste e tenute con tanta ostentazione, davano l'impronta a tutto il partito, lasciando scolorite altre posizioni (quelle di Cortese, per esempio, e di La Cavera, a proposito degli investimenti dell'IRI e dell'ENI nell'Italia Meridionale) che sembravano voler correggere l'oltranzismo liberista e l'ossessione privatistica che hanno ispirato la condotta della segreteria Malagodi. E pertanto i Cortese e i Martino, i Badini Confalonieri e i De Caro non possono essere assolti con formula piena. C'è almeno una colpa, una grave colpa, che essi hanno commesso: sono stati passivi una prima volta quando Malagodi ha cercato [31] ibliotecag·inobianco

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