Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

Nel 1957, su un totale nazionale di 63.590.072, si avevano le seguenti presenze nel Sud: Campania: 3.707.666; Sicilia 3.868.404; per scendere rapidamente a 700.334 in Calabria; a 663.912 in Abruzzo e Molise; a 536.747 in Sardegna; a 196.005 i.nBasilicata. Limitandoci ai turisti stranieri si hanno le seguenti cifre: totale nazionale, 23.158.755; Campania, 1.484.804; Sicilia, 558.686; Puglie, 104.095; Sardegna, 63.318; Calabria, 27.477; Basilicata, 5185.. Le cifre si commentano da sole, ma, a titolo di esempio, non si può non rilevare che la Calabria, penultima nella classifica, ha nella costiera tirrenica, di straordina~ia bellezza, zona di potenziale sviluppo turistico fra le più promettenti del mondo (basti pensare all'enorme successo mondano dell'unico albergo di lusso a Maratea nel tratto di costa lucana tra la Calabria e il Cilento); e ha nella zona della Sila un altro potenziale tesoro turistico. Con tutto questo la Calabria ha benificiato di poco più dell'l % delle presenze. Per non parlare poi della Basilicata, tutt'altro che priva di potenziali attrattive turistiche; parafrasando il titolo di un romanzo che ha avuto, fra l'altro, una larga diffusione all'estero, si potrebbe dire che, se « Cristo si è fermato ad Eboli )), i turisti stranieri si fermano addirittura a Napoli o a Palermo (salvo i pochissimi privilegiati, e raffinati, che possono permettersi il lusso di fermarsi a Maratea). 15. - Gli interventi turistici della Cassa. - Il minore incremento percentuale del turismo meridionale rispetto a quello del Centro-Nord (che aggrava il già enorme squilibrio iniziale delle posizioni) dimostra che in questo settore l'azione della Cassa per il Mezzogiorno, concentrata nella creazione di infrastrutture, non ha avuto finora un successo apprezzabile. In primo luogo non può non rilevarsi l'esiguità degli stanziamenti accreditati al settore turistico: 36.658 milioni a tutto l'esercizio '59-'60. Gli interventi sono stati poi in prevalenza rivolti alla creazione di infrastrutture, in sostituzione più 1chein aggiunta agli stanziamenti ordinari. La viabilità e le fognature da sole hanno assorbito ben 24.888 milioni. I restauri e le opere archeologiche, i musei ecc., 4.396 milioni. Data la mancanzà di un piano regolatore organico che mirasse a concentrare gli interventi anche per le infrastrutture là dove essi avevano maggiori possibilità di creare o potenziare correnti turistiche, si è avuta da un lato una forte concentrazione di spesa su talune aree già avviate, in opere spesso di secondaria produttività (15.603 milioni in Campania, 8.000 milioni in Si- [29] -Bibliotecaginobianco

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