Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

consentirne la trasformazione, cioè per stabilirne i poteri dello Stato sul controllo del territorio stesso; b) nel conferire poteri addizionali alle autorità pubbliche per l' ac-- quisto e la trasformazione di aree destinate a realizzare i programmi della pianificazione; e) nell'emendare la legge relativa alle indennità di espropriazione, provvedendo con fondi dello Stato ai compensi per eventuali deprezzamenti dovuti a vincoli restrittjvi derivanti dal piano; d) nell'assicurare alla comunità il recupero degli incrementi di valore nascenti dalle opere di pianificazione )>. Quale contrasto con la ristretta concezione che guidò l'elaborazione dei piani di ricostruzione italiani varati con Decreto luogotenenziale del 1945. Questi piani ebbero la sola - e contingente - importanza nell'aver stimolato la ripresa della ricostruzione edilizia italiana, nella quale si vedeva probabilmente l'unico mezzo efficace di sollievo della disoccupazione operaia del dopoguerra, ma non presentavano alcun carattere dj pianificazione in senso moderno. È certo che, per quanto riguarda l'Italia, l'assenza di un effettivo coordinamento dei piani regolatori comunali si fa sentire come una carenza d'importanza non facilmente determinabile; tale coordinamento andrebbe effettuato, rHeva giustamente il Samonà, al livello, intermedio tra il comune e lo Stato, della regione, l'Ente costituzionalmente previsto per rispondere alle esigenze di una amministrazione efficace ed omogenea, .a simiglianza del ·Land tedesco e di consimili enti appositamente creati sia in Francia che in inghilterra. Attualmente invece si vede operare sul piano intercomunale, con interferenze dannose e sovrapposizioni di competenze, una serie di enti e organismi sia parastatali che autonomi, dagli Istituti per l'edilizia popolare e sovvenzionata fino alla Cassa del Mezzogiorno, sul . ' cui operato non puo purtroppo essere effettuato un controllo pianificatore preliminare. Il libro del Samonà termina fornendo una indicazione di massima di come dovrebbe essere impostata una efficiente legge urbanistica, partendo dalla situazione di fatto esistente; essa dovrebbe prevedere piani comprensoriali di dimensioni sufficientemente ampie, preceduti da una serie di rilievi statistici per raggruppamenti comunali, e posti a loro volta sotto il controllo esecutivo dell' amministrazione pubblica centrale che ne curerebbe l'integrazione con l'opera degli enti settorialmente interessati a parziali forme di pianificazione. Una interessante serie di problemi solleva inoltre H Samonà discutendo la questione della conservazione dei centri storici cittadini. Egli rileva che l'impostazione « romantica >> data alla questione - conservazione dell'antichità rappresentante un patrimonio etico cui siamo attaccati sentimentalmente - mentre può soddisfare la critica « colta n non è tale da suggerire valide alternative al dilemma conservazione e degradazione o distruzione. Samonà riporta l'esempio di alcune città americane dove, sotto !'_influenza della teoria del decentramento integrale, il centro storico abbandonato ha subìto spesso un vero tracollo (che riteniamo soprattutto economico) ed esorta in conseguenza a non abbandonarsi alla facile teoria della conservazione statica dell; ambiente antico accompagnata ad un decentramento integrale, in quanto tale forma di conservazione patrebbe anche signifi- [123] Bibliotecaginobianco

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