Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

rante la scena del ballo, si legge che la folla dei ballerini « ... sembrava come irreale, composta di quella materia della q·uale sono tessuti i ricordi perenni, più labile ancora di quella che ci turba nei sogni». 1\fa con ciò? Non si rij trovano in moltissimi scrittori, antichi e moderni, le tracce delle loro letture? Pavese non adopera la tecriica di Hemingway per il dialogo e le scene? Ma Tornasi di Lampedusa è riuscito a dare ·un libro e qualche figura che non deve stare attenta a confondersi con altre. Tanti scrittori - e anche il Pavese, per la maggior parte della sua opera - non sono stati capaci di fare altrettanto. Esaurite le obiezioni mi accorgo di avere, implicitamente, espresso il mio giudizio sul « Gattopardo » che è, naturalmente, positivo. Voglio aggiungere che, da Svevo in poi, nessuno dei tanti libri, « laboratorio>>, composti per prendere all'infinito coscienza della crisi, era riitScito a rendere una vera esperienza di vita, a esprimere un ideale di saggezza, a raccontare dei sentimenti umani, come questo. Credo che abbiamo tutti quanti aperto dei libri di narrativa, in questi anni, con la sperariza di trovarci dentro l'eco almeno dei motivi che rendono forte e vera la rappresentazione della umana vicenda: il tempo, le memorie, il pessimisrno senza facili lacrime, la sofferenza degli uomini, il motivo della morte, l'in.terpretazione del destino umano. La nostra attesa è andata quasi sembre delusa e quei libri non li abbiamo più riaperti. Il « Gattopardo » è la felice eccezione di questa ingrata regola. Possiamo solo augurarci che, presto, libri migliori ce ne mostrino, con l'evidenza delle prove e degli esempi, i limiti che ora non ve .. diamo. ENNIO CECCARINI Bibliotecaginobi~nco [118]

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