è nei risultati e non lo è stato neppure nelle intenzioni) un romanzo storico. È l'opera di un ingegno e ,di un cuore sostanzialmente lirici. Il Tornasi di Lampedusa non ha voluto dipingere un grande affresco storico) non ha voluto fornire una interpretazione dei fatti accaduti in Sicilia, in uno dei momenti più fervidi ed interessanti del nostro Risorgimento, l'incontro tra il Nord e il Sud: egli ha voluto rappresentare) come ha benissimo sintetizzato il Pampaloni, « l'indifferenza tra la storia ed il destino individuale ... ». Ha scelto un'epoca di transizione, il tramonto dello stato borbonico e l'affermazione della classe legata al nuovo stato egemone, quello piemontese, perché convinto che ogni epoca sia per l"uomo epoca di transizione. È destino degli uomini perdere qualcosa insieme alle vecchie cose che il moto della storia travolge per realizzare il progresso. «L'affermazione dell'uomo - scrive con grande finezza di interpretazione il Pampaloni - sta nell'orgoglio, protervo) intangibile, disperato dei propri ricordi vitali e nell'ironia con cui riesce a non farsi travolgere da quell'orgoglio, a guardarne a ciglio asciutto le ceneri ... ». Ecco perché le vicende storiche tra le quali si muove Fabrizio di Salina, non sono il vero centro dell'interesse dell'autore e del protagonista stesso; ecco spiegate anche certe lacune nella comprensione di quelle vicende, per cui tanto si è scandalizzato l'Alicata. Nel «Gattopardo» non è dato i1nbattersi in denunce o prese di posizione per questa o quella fazi'one, pen questo o quel movimento storico. Significa non aver capito molto del libro, dire che le sim.patie del Tornasi di Lampedusa sono per i Borboni ed è esatto solo fino a un certo punto affermare che l" ideologia del libro è reazionaria. La verità, nel « Gattopardo », come in tante vere opere di fantasia e di poesia, non sta affatto in questo o quell'aspetto delle simpatie politiche mostrate da un personaggio o dichiarate dall'autore stesso: sta nella rappresentazione di qualche grande sentimento umano che, qui, è l'idea della morte, l'accettazione delle sconfitte che la storia impartisce all'individuo, la profonda e davvero laica e moderna pietà per il suo tragico destino. Ma se si pone fuori strada chi stronca il « Gattopardo >> dal punto di vista del romanzo storico, altrettanto vi si jJone chi da questo stesso punto di vista, lo esalta. È il caso di Carlo Muscetta che vede nell'opera postuma di Tornasi di Lam,pedusa, il modello di opera storica) paragonabile ai grandi romanzi ottocenteschi, miracolosamente uscito fuori da una letteratura in cui i tentativi nello stesso senso erano tutti miseramente falliti, da quelli di Pratolini a quelli di Moravia. È curioso che il !vluscetta per sostenere questa sua tesi si appoggi alla distinzione crociana dell'autonomia dell'arte rispetto alla « struttura » etico-politica dell'autore. J\!la importa più ancora rilevare quanto siano fuorvianti ed inesatte in sede storica le conclusioni cui giunge il lvluscetta; Egli conclude che il << Gattopardo » ha mostrato a tutti la via per far uscire la letteratura italiana dallo squallido luogo ove si trova e per farle imboccare la via m.a~stra del roman- [115] Bibliotecaginobianco
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