ti., detrattori o sostenitori., sapevano di trovarsi di fronte a qualcosa che non modificava di un minimo le prospettive d~lla lt;.tt~ratura italiana., qualcosa di cui essi conoscevario bene la gene.si e che ben riuscivano a inquadrare nelle loro formule. Per questo credo che né sul romanzo di Pratolini., ne sull'opera di Scotellaro., si siano operate serie divisioni tra correnti diverse della critica e della cultura italiana. Mi sembra., invece, che., stavolta., i migliori tra coloro che hanno preso la parola sul « Gattopardo » sono stali scossi e spiriti ad impegnarsi a fondo per spiegare., approvare., combattere lo straordinario risultato di uno scrittore non professionista., di un uomo fuori di ogni combriccola letteraria. Direi che per tutti è stato evidente che non ci i trovava dinrianzi al « solito » romanzo., dalla genesi facilmente individuabile., dai pregi classificabili come di questa o quella scuola. Il modo stesso con cui il cc Gattopardo >> è sopraggiunto nel 1nezzo del panora1na letterario italiano., così improvviso e senza frastuoni., scritto nella stagione eslrema della vita e consegnato tardivamente quasi a risparniiare all'autore., che nella vita li aveva fuggiti., onori., polemiche. o rivalità che si accompagnano sempre ad un successo.,· questo stesso modo ha dato a tutti la sensazione di dover giudicare un avvenimento straordinario ed affascinante - anche quando non condividibile - del mondo delle lettere. Non commetteremo certo l ingenuità di credere che (< Il Gattopardo» segni la svolta., da tanto attesa., della narrativa italiana o che determini uria revisione profonda dei metodi interpretativi della nostra critica letteraria. Il libro del Tornasi di Lampedusa è., come. ha benissimo scritto Eugenio Montale., soprattutto il documento di una raffinata esperienza solitaria, un fruttto isolato che., con ogni probabilità., se ne starà a sè per un tempo indefinito., senza avere seguaci o imitatori. Ci basterà constatare che., proprio grazie a questo sorprendente romanzo., la critica militante è stata quasi costretta a scrivere alcune delle sue più chiare., oneste e anche belle pagine degli ultimi venti anni. Se non, ve ne fossero altre., basterebbe questa ragione per tentare di fare un bilancio delle cose scritte sul « Gattopardo ». Incominciamo dai giudizi neD"ativi., dalle stroncature che., specie negli ultimi tempi,, non sono state poche: ciò servirà per chiarire a contrario il nostro punto di vista positivo. Va sottolinato anzitutto come il libro del Tornasi di Lanipedusa non sia piaciuto alle estreme « milizie » letterarie: ai comunisti., da una parte., ai gesuiti dall'altra. Agli uni perchè « permeato di decadentismo» e (aggiu.ngiamo noi)., di un decadentismo pericoloso, in qu(!,n,to bello., agli altri perchè espressione troppo possente di un mondo senza fede e di una pietà per nulla cattolica. Ma il Gattopardo non è andato a genio a parecchia gente: e troviamo così., stranamente, uniti nella condanna., fatta spesso con gli identici argomenti., uomini che hanno sempre rappresentato orientamenti opposti del costume letterario e della cultura italiana, come Vittorini e Falqui. M_a cerchiamo di raggruppare., dopo que- [113] Bibliotec·aginobianco
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