Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

rativo del tempo, in cui tra Raffaello e Guido Reni si inseriscono i Bamboccianti e il Pinelli. Ma sopratutto, non crediamo di esagerare, questo quadretto è importante come documento di un modo di porre il contrasto fra lo straniero tipico (che è quello settentrionale) e la città eterna (nonchè porta del sud). Di un modo franco e positivo che appartiene alla più sana psicologia risorgimentale, e che doveva invece perdersi via via che, coll'unità d'Italia, si consolidava il dissidio e il compiacimento del medesimo. Un compiacimento psicologico perennemente consacrato dalla letteratura. Al qual proposito non è privo di significato che proprio in questo libretto del Faldella si giunga ad una proposta che nella s11apesantezza goliardica (o incorreggibile marchio bibliothéque rose dell'umorismo italiano) non è priva di acume storico-culturale. La proposta, cioè, di bandire un concorso per un Dickens-Belli nostrano, che liberatosi dalle ascendenze bernesche e pasquiniane che impediscono agli italiani il vero umorismo, facesse dimenticare gli « altri muscosi e i fori cadenti >> per rendere care « le suppellettili e le stoviglie ·e le più umili parti del cuore umano>> come un pittore (ecco qui una pretesa alle cui necessità abbiamo già accenna ... to !) - olandese? Inv,ece di un Dickens-Belli nostrano, il concorso per la letteratura su Roma doveva invece vincerlo, non tanti anni dopo, Gabriele D'Annunzio, col suo Andrea Sperelli (il protagonista di << Il Piacere »), che teneva i propri oggetti di toilette, guanti e profumi raffinatissimi, su di un sarcofago romano. L'intimità degli interni olandesi era messa al bando per un cinquantennio! E anche la letteratura sulla Roma Borghese, che riprende, con la vena umoristica, molti motivi faldelliani, ha sia nelle sue pagine più belle, come qu•elle di Antonio Baldini, che in quelle documentate e acute dei recenti numerosi storici del costume umbertino e giolittiano, una vena crepuscolare che tende a sottolineare il dissidio fra gli « atri muscosi e i fori cadenti » e la frettolosamente accampata moderna città dei burocrati, anzichè a ricercare quanto di vita nuova, di Roma nuova è nato da quel contrasto e da quel dissidio. La Roma nuova è di fatto una Roma letterariamente inespressa, clandestina. Letterariamente essa trova se mai qualche antecedente nelle pa~ gine meno tipiche dei suoi visitatori o residenti stranieri: nel « Viaggio » di Karl Philipp Moritz più che in quello del suo amico Goethe, in Gogol più che non in Stendhal, in ritagli di lettere di Alessandro Verri o di Vin- [88] Bibliotecaginobianco ..

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