Cercar casa a Roma, da sempre, città di viaggiatori, da un secol o di immigrazione da tt1tto il resto d'Italia, in cui la sensazione dell 'attendamento è contrasto costante al clima d'eternità che emana dalle s11emura, è una di quelle avventure ricchissime di possibilità che finiscono collo scontrarsi in un'alternativa abbastanza rigida. La città vecchia, da Piazza del Popolo al Colosseo, da via Giulia al Celio a Trastevere e così via, offre, è vero, ampio rifugio a chi non si sente d'affrontare la Roma moderna. U11a città moderna, cioè, che come nessuna forse d'Europ a porta il marchio deprimente della frettolosa e poco scrupolosa costruz ione in serie, i cui quartieri, privi di radici naturali e di storia, non rappre sentano se non le fasi di una speculazione edilizia che non a caso è l'unico eminente fatto finanziario della città senza industrie, e che dal giorno in cui nel 1870 calò il primo grande blocco di popolazione burocratica nella nuo va capitale, è andata sempre aumentando la sua rapacità devastatrice. Ma per chi alla casa o all'angolo in cui vive chiede sopratutto il calo re della familiarità, anche la vecchia Roma è div-enuta leggermente proble matica. Siamo ormai alla fine di quell'epoca che Hoffmansthal vedeva inaugurarsi sotto il segno degli << alte Mobel und junge Neroositaten >>. L'estetismo è ormai divenuto un fatto commerciale, si è identificato col più corrente snobismo, e con ciò è divenuto anch'esso stra11amente squallido. La folla ingegnosa di architetti e agenti specializzati che infaticab ilmente si adopra a convertire case e tetti della Roma vecchia, aulica e popolare, in suggestivi appartamenti per privilegiati, ha rotto, colla sua avi dità un incantesimo; ha rivelato quanta paccottiglia bohèmienne, quanto s ciatteria da camera mobiliata si nascondesse sotto la magia del gusto prera ffaelita e dannunziano che aveva valorizzato certi interni della vecchia Roma. E quanto ostiche siano, costituzionalmente, a una vera intimità, le grandiose mura di una città pontificia, in cui ogni cosa, dal palazzo alla ca setta, è stata dettata dalle esigenze di una società particolare per la quale tu tto ciò che non era ecclesiastico era ai margini; in cui tutto, dallo scalone aulico al grazioso portoncino dimesso, ha un'impronta di bellezza, e di dignità, ma tutto è nato sulla misura di esigenze, dalla processione alla sacrestia, che non sono quelle della vita familiare e, nel suo senso originario, civile. Roma è una città che ha, evidente~ente, il diritto d'esser presa così ~om'è, colle sue rovine, il suo splendido e inospitale medio evo e b arocco, coi suoi inconvenienti imperiali e pontificali. E' veramente ozioso andarvi [83] Bibliotecag1nobianco
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