distacco, messo in luce dalla polemica in corso, tra la collettività e ia stampa che di essa avrebbe dovuto farsi interprete; e che invece, legata a lla difesa di gruppi d'interessi, non adempiva ormai da molti anni alla sua funzione. Ma le considerazioni a cui dava luogo l'attacco della destra econo mica contro Il Giorno non erano soltanto di ordine politico; anche sul piano - appunto - della logica formale, le argomentazioni della destra non resistevano ad una critica attenta. « La distinzione tra enti pubblici ed enti privati» affermava, ad esempio, E. Scalfari sull'Espresso del 24 maggio « oggi non è più nemmeno un sofisma: è semplicemente una falsità. Sapp iamo che la Edison compie ogni anno investimenti per decine di miliardi, lancia prestiti giganteschi sul mercato dei capitali, possiede giornali, finan zia campagne elettorali, stipendia suoi plenipotenziari all'interno dei ministeri economici. La potenza economica che sorregge questo impero proviene dal fatto che lo Stato ha concesso alla Edison il monopolio della distribuzi one dell'energia elettrica nelle più ricche regioni d'Italia ed ha fissato la tariffa di vendita dell'energia elettrica a prezzi altamente remunerativi. La potenza finanziaria della Edison riposa dunque su titoli che sono del tut to simili a quelli dell'ENI o dell'IRI. La sola differenza consiste nel fatto che sul bilancio dell'ENI o dell'IRI si può aprire una discussione parla mentare, mentre sul bilancio dell'Edison non si può ». Se dovessimo a questo punto giudicare, dall'atteggiamento del Giornale d'Italia e degli altri organi di destra, la pertinenza delle argomentazioni ad - dotte dalla sinistra democratica, potremmo concludere non soltanto che gli organi della Co11findustria nulla potevano opporre (visto che finser o di non avere letto nè L'Espresso, nè La Voce Repubblicana), ma, addirittura, che essi, dopo vari attacchi a fondo hanno incominciato a capire i peric oli insiti in una polemica del genere di quella che essi stessi per primi avevano incautamente acceso. E infatti in quest'ultimo periodo essi hanno preferito insistere sulle note argomentazioni, cercando di cogliere in fallo l'ENI e Mattei su particolari di scarsa importanza. Ma un'intervista dello stesso presidente dell'ENI alla rivista S1-tccesso (n. 3, luglio 1959) è venuta a ribadire e quasi a riassumere le posizioni del governo o almeno dell'attuale ministro su tutta la questione. Le dichiarazio11i di Mattei, ignorate dalla stampa di informazione) riproducono in parte posizioni già note (soprattutto attraverso gli editoriali de Il Giorno), ma aggiungono anche elementi· nuovi di discussione; e possono essere sin tetizzate in pochi punti fondamentali. Il presidente dell'ENI ha affermato: I) che le ragioni che lo indussero ad interessarsi de Il Giorno sono le stesse che indussero in passato le maggiori aziende industriali a procurarsi un loro strumento per il contatto diretto con l'opinione pubblica; 2) che le società del gruppo ENI, anche se controllate dallo Stato, hanno le stesse necessità pubblicitarie ed info rmative [79] Bibliotecaginobianco
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