fosse quelia, appena 1.nd1cata, di operare una netta d1stinz1one tra fazione dei privati e quella degli enti a partecipazione statale, condannando questi ultimi all'aperta sconfessione da parte degli organi responsabili e lasciando ai primi la libertà di manovra necessaria per esercitare un'efficace pressione sul governo e sulla pubblica opinione. Ma la questione non è così semplice come la logica formale della pubblicistica di destra ha sempre tentato di far apparire; e soltanto la malafede o l'ingenuità (alla quale è difficile credere, bisogna ammetterlo) dei portavoce di certi ambienti confindustriali possono cercare di falsare completamente i termini di un discorso realistico sull'argomento. In un discorso del genere, infatti, giova fino ad un certo punto discutere astrattamente su principi generali, intorno ai quali tutti possono mettersi d'accordo; e può essere più opportuno e pertinente esaminare la situazione concreta, tenendo presente come i principi di libertà, da tutti accettati, quando sono svuotati del loro contenuto servano soltanto a garantire il privilegio di pochi; e come, in democrazia, sia molto più importante creare le condizioni -adatte all'esercizio di quei diritti essenziali da parte di tutti i cittadini. Ed è questo il caso del finanziamento dei quotidiani in Italia: qui il problema non si pone, nè ormai può porsi più, sul terreno della libertà di stampa, ma su quello pratico di difesa dell'opinione pubblica, attualmente rappresentata solo in minima parte dagli organi di stampa, per l'azione di pochi gruppi economici che hanno a disposizione tutti i giornali più diffusi. « Dovrebbe essere ammesso, secondo i moralizzatori da strapazzo che ri- . . siedono su alcuni banchi del Parlamento>> scriveva a questo proposito La Voce Repubblicana) proprio in risposta agli attacchi della destra, nell'editoriale del 14 maggio scorso, « che gran parte della stampa italiana, controllata da zuccherieri, elettrici, cementieri e meccanici, conduca la sua lotta contro le aziende controllate dallo Stato, contro un presunto statalismo che esiste soltanto nella loro fantasia, contro il cosidetto sinistrismo senza alcun rispetto della verità e della obiettività delle informazioni e senza alcuna remora e garanzia pubblica, e dovrebbe essere vietato a coloro che sono ogni giorno attaccati e vilipesi di avere uri qualunque mezzo di difesa e di contrattacco? Se intervento moralizzatore vi deve essere, esso valga per tutti, indistintamente. Ma sadicamente legare una delle parti al palo per consentire alla parte avversa di concentrarvi, ogni giorno, miriadi di frecce velenose, è politica da società intimamente feudale che noi non accetteremo mai n. Di fronte a questa nuova e chiara impostazione, alla quale nulla poteva opporre la singolare ed unilaterale campagna polemica del senatore Sturzo e del Giornale d'Italia, veniva chiarendosi per molti un problema .di ben più vaste proporzioni. Non si trattava più di manchevolezze della stampa « indipendente», o di parzialità di alcuni organi di essa, ma di un effettivo [78] Bibiiotecaginobianco
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