democrazia laica e forze di democrazia cattolica in seno al, governo~ e quindi una maggiore efficienza al governo stesso e una maggiore stabilità alla maggioratiza che ta11to faticosamente era stata ricostituita intorno ali'on. Scelba dopo le non confortanti esperienze che avevano preceduto ed immediatamente seguz'to il 7 giugno 1953. In questi ultim1: mesi poi il PLI aveva toccato il fondo. Non può non essere, però, motivo di compiacimento il fatto che contemporaneamente si sono manifestate significative reazioni interne, di opposizione al comportamento dei rappresentanti liberali in Sicilia, al Campidogti·o, a Montecitorio; e motivo di compiacimento è anche il fatto che alla testa di· tali reazioni si siano trovati da un lato i g·iovani e da un altro lato uomini come Cocco Ortu e Storo.ni, i cui nomi ci ricordano il PLI della Resistenza - il PU di Mario Ferrara e di Dante Coda -- e quel partito che nel 1953 dopo l'unificazir;ne di Torino, seppe assolvere a un ruolo fondamentale nel far naufragare i disegni di Stur_zo e di Gedda. Ora invece i disegni di Sturzo e di Gedda si stanno realizzando con il concorso del PLI malagodiano, pago di essersi assicurtJJotalune contropartite liberiste. Nei confronti dei ceppi di quel fascismo morbido di cui ha parlato Piovene su Epoca - e che si vuole imporre al paese da parte dei fautori dell'attuale governo - sembra che la segreteria del PLI non abbia nulla da dire. Le sole cose nei confronti delle quali la segreteria del PLI reagisce con vigorosa energia sembra che siano oramai le resipiscenze antifasciste della DC, il discorso dell?on. Moro, le prese di posizione dell' on. Fanfani, le note dell'agenzia RADAR. In questo senso l'agenzia ufficiosa del Partito liberale (la DIC) offre u1ia preziosa e penosa documentazione, in questo senso veramente l'on. Malagod,· dimostra di aver perduto la bussola, e di aver smarrito anche quel minimo di buon senso e di decoro con cui all'origine cercava di mimetizzare, magari anche nei confronti di se stesso, quelle poSiizioni che potevano sembrare troppo scopertamente dettate da interessi estranei al partito e al liberalismo. Se così stanno le cose - e non c'è dubbio che stiano così - è evidente che non si può parlare di quadripartito, di rilancio del centrismo. Ed ha perfettamente ragione il direttore de Il Giorno (che pure è un giornale dilla cui linea politica pienamente dissentiamo - per la politica estera - così come giustamente ne dissente il PLI) quando afferma che in Italia, fra l6J Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==