Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

striali, che probabilmente non avrebbero pagato un prezzo così alto, come quello di creare nell'opinione pubblica l'allarme e la diffidenza nei riguardi di quasi tutta la stampa di informazione, soltanto per rendere noto che l'Ente Nazionale Idrocarburi ha investito somme ingenti nel finanziamento di un quotidiano. L'attacco del Giornale d'Italia e degli altri fogli di stretta osservanza confindustriale aveva all'inizio obiettivi (ma anche limiti) precisi; e l'episodio denunciato, nelle intenzioni del senatore siciliano (che su Il Giorno aveva presentato ben due interrogazioni al Senato) doveva rimanere su un piano molto meno ampio di quello indicato successivamente dalla sinistra democratica. Due punti, fin dal principio, avevano caratterizzato l'iniziativa della destra econo1nica e permettevano di metterne a fuoco gli intenti meno palesi. Il primo riguardava « l'aperta propaganda contraria non solo al presente governo, ma alla volontà e agli interessi del paese n, che era in fondo l'argomento principale usato dall'interrogante per chiedere l'intervento e le indagini del ministro. Per il senatore Sturzo, in altri termini, il fatto che Il Giorno seguisse una -politica contraria agli interessi di destra, da lui rappresentati, era assolutamnte riprovevole .. Egli, identificando quegli interessi con quelli dell'intera nazione, considerava ingiustificabile, per questo soltanto, ogni altra politica. Dalla sua interrogazione emergeva chiaramente l'idea che egli avrebbe giudicato perfettamente costituzionale che il governo, od enti come l'ENI, coprissero• i disavanzi di giornali dalla politica italiana, cioè di destra reazionaria; il che del resto è dimostrato tra raltro dai rapporti di « buona vicinanza n esistenti tra la destra e i giornali del Banco di Napoli. Ma, insieme all'inesistenza di qualsiasi intento moralizzatore, c'è un altro tratto che, nell'attacco iniziale di Sturzo, merita di essere rilevato: nel testo dell'interrogazione con cui la polemica su Il Giorno veniva portata a conoscenza della pubblica opinione, mancava qualsiasi accenno - pure naturale 11elcaso specifico - e qualsiasi richiamo a quell'articolo 21 della Costituzione in cui si sancisce la possibilità di stabilire, con norme di carattere generale, « che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica». Eppure nulla ci sarebbe stato, probabilmente, di più appropriato e pertinente di questo richiamo nella particolare occasione. Ora, è proprio attraverso simili omissioni che può essere messo in luce l'altro punto debole della campagna iniziata qualche mese fa contro l'ENI. La destra economica, di cui il senatore democristiano può essere considerato autorevole portavoce, aveva infatti solo un obiettivo nella sua polemica contro il quotidiano milanese: quello di eliminare, approfittando del momento politico favorevole, qualsiasi ostacolo alla propria azione e forza di pressione sulla stampa di informazione. Andare oltre, ed allargare la polemica alle fonti di finanziamento di tutta la stampa italiana, costituiva un perjcolo soprattutto per la destra; auspicare o promuovere l'attuazione di [76] Bibliotecaginobianco

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