• • • dello Stato liberale, ha proseguito sempre con 1nagg1ore coraggio e tenacia attraverso avvenimenti di particolare gravità (la guerra di Spagna, la Resistenza) per non arrestarsi con la conquista della Repubblica; questo processo oggi più che mai deve essere condotto oltre, con ferma intransigenza contro ogni possibile compromesso e debolezza, in nome di una più concreta democrazia e giustizia sociale. Così, da Valeri che ha iniziato il ciclo con una lezione sulle « Origini del fascismo, squadrismo e lotta di classe n, a Salvatorelli che ha lumeggiato la lotta per la libertà di stampa; da Schiavetti a cui era stato affidato il compito di parlare della crisi Matteotti e dell'Aventino a Garosci che ha informato, con la sua consueta precisione e documentazione, sull'attività dei fuorusciti; da Spinelli relatore brillante sulla esperienza del carcere, a Chiaromonte, per mezzo del quale abbiamo avuto una lucida e ricca relazione sulla guerra civile spagnola; da Parri, il quale, in un commosso e appassionato discorso, ha ricordato le tappe della Liberazione, a Ugo, La Malfa, uno dei maggiori protagonisti della battaglia istituzionale, da lui fatta rivivere con una suggestiva, calda e incisiva esposizione, abbiamo rivissuto, ogni giovedì sera, al Ridotto dell'Eliseo, gli episodi di una Resistenza prima spirituale e morale e dopo politica, sofferta e vissuta con una aperta intransigenza, che, come scrive A. Battaglia in un fondo de Il l\1ondo (30 giug'no), <( 1 precedeitte di gran tempo quella degli altri paesi occidentali, e segnò le vie sulle quali fu difesa e riscattata la co1nune civiltà liberale, il gran patrimonio ideale del mondo>> di cui - proseg11e sempre Battaglia - « i padroni del vapore e la gran parte della classe politica della nuova Italia repubblicana non sono affatto orgogliosi: per la ragione assai semplice che non solo non vi parteciparono, ma le furono risolutamente avversi >>. Qualche volta la scelta dei testimoni non è stata particolarmente indovinata, ed essa ha influito in maniera negativa su tutta la lezione, come del resto è accaduto per alcuni interventi viziati dal settarismo di partito. Così una certa polemica ha sempre circolato fra alcuni relatori e i testimoni comunisti, i quali, fin dalle prime lezioni, avevano con1preso - come ebbe a scrivere Paolo Alatri ne Il Paese (20 maggio) e sullo stesso tono lo Spriano nel suo primo resoconto per l'Unità (5 maggio) - che gli organizzatori delle «lezioni-interviste» intendessero mantenere certe pregiudiziali, non prescindere da determinate realtà politiche. E questa atmosfera polemica ha avuto i suoi contrasti più clamorosi in due riunioni dedicate ris.pettivamente alla guerra di Spagna e alla lotta per la Repubblica. Nella prima l'on. Velio Spano ha dato una versione faziosa, motivata sempre dalla cieca obbedienza agli schemi ideologici comunisti, dei fatti del maggio 1937 a Barcellona e del significato dell'intervento russo in favore della Repubblica: in questa sua interpretazione si è scontrato con il relatore Chiaromonte e con una testimone di indubbia validità, la signora Berneri.! moglie dell'anarchico Berneri~ [74] Bibiiotecaginobianco
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