sto giustifica il silenzio e la dimenticanza di quanto l'antifascismo ha messo all'attivo nella storia nazionale, giustifica l'assurda sarab.anda fascistizzante che ogni giorno e ogni settimana viene propinata a milioni di italiani? Leggiamo i titoli delle "inchieste speciali", dei "servizi esclusivi", delle "eccezionali testimonianze" che compaiono periodicamente nella stampa che dovrebbe formare l'opinione pubblica. Non c'è settimanale che sfugga: "Mille aneddoti su Mussolini" (Oggi); "Il figlio del fabbro" (Tempo); "Il diario di Goebbels" (Rotosei); "Tutta la verità sulle donne di Hitler" (Gente); "Edda e Rachele: memorie di Vittorio Mussolini" (Epoca); "Umberto di Savoia parla di Mussolini e del Re suo padre" (Settimana Incom); "Un servizio di Paolo Hitler: mio fratello Adolfo" (Tempo illustrato); "Dino Grandi racconta ciò che ha sempre taciuto" (Oggi) ». In considerazione dunque di quanto fino ad ora siamo andati scrivendo, in un consuntivo della manifestazione organizzata dal partito radicale, non si può alla fine che plaudire a questa nobile e documentata rievocazione della Resistenza italiana al fascismo, anche se alcune fasi di tutto il ciclo non sono state all'altezza delle altre, e non per colpa esclusiva degli organizzatori. D'altro canto, le « lezioni » sulla guerra di Spagna, sul C.L.N. e la lotta partigiana e, infine, sulla battaglia per la Repubblica, hanno toccato veramente la punta più alta e drammatica dell'inizitiva. La formula era particolarme11te indovinata: una relazione di mezz'ora, che poi alla fine è diventata un'ora, introduceva il tema assegnato per la riunione di quella sera e ne illuminava i tratti più salienti con una suggestiva (anche se per alcune si notava una certa lacunosità) ed informata visione storica. Seguiva, dopo un breve periodo di sospensione per permettere agli intervenuti di fare pervenire al tavolo della presidenza dei quesiti particolari sul tema in discussione, l'interrogatorio di quattro o cinque personaggi che fungevano da testimoni e che avrebbero dovuto completare, con le loro esperienze e ricordi personali, alcuni aspetti appena accennati dal relatore. Fin dalla prima sera si registrò un'affluenza notevolissima di pubblico nel quale figuravano molti giovanissimi a cui specificatamente la manifestazione era rivolta e che potè subito sfatare la credenza che alla generazione maturatasi n.egli anni postdopoguerra, non interessino le più vicine vicende della nostra storia nazionale: perlomeno in una minoranza, in verità non troppo esigua, sembra che vi sia il desiderio di conoscere e di penetrare i casi più travagliati sui quali si è costruita la nuova Italia e che sono messi al bando dalle autorità responsabili e dalle pubblicazioni ufficiali. Nel corso delle otto «lezioni-interviste» si sono avvicendati alla tribuna fra relatori e testimoni una cinquantina di personaggi: uomini politici, di cultura, giornalisti, studiosi che avevano recato il loro contributo alla lotta antifascista e hanno ripercorso con la memoria alcune delle tappe più significative di quel processo di riscossa e di rinnovamento che, reagendo al crollo (73] ibliotecaginobianco
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