Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

Il corrispondente italia110 di questo giornale rivelava, con una certa meraviglia e sorpresa, come i libri di storia della nuova Germania si arrestassero al Kaiser, agli anni precedenti la prima guerra mondiale, o addirittura ai tempi d'oro di Bismarck, ignorando la breve stagione della Repubblica di Weimar, la conseguente ascesa del nazismo, la dittatura di Hitler e infine la seconda guerra mondiale. « La repubblica di Weimar, Hitler - si legge nella corrispondenza - e la sua epoca, sono una specie di tabù per gli insegnanti non meno che per le fan1iglie; non se ne parla volentieri per un complesso di ragioni, o se in famiglia se ne parla è per dire tutt'al più - per giustificare se stessi - che anche allora c'era qualche cosa di buono; si preferisce dimenticare la tristemente famosa " not+-e dei cristalli " che segnò l'inizio della persecuzione aperta degli ebrei e portò passo per passo alle • interminabili notti pa ate nei rifugi tra il lacerante dirompere delle bombe, per fermarsi al passato, all'epoca d'oro in cui il I(aiser nel fulgore della sua corte era l'espressione vi ibile della potenza della Germania imperiale>>. Così per gli studenti teclesrhi cor11e per quelli italiani. Hitler e Mussolini sono per lo più ricordati per avere fatto le trade, per avere dato lavoro al po1)olo, per avere per o infine la guerra a ausa di un tradi1nento ordito dietro le spalle. Se questa è una situazione che lascia aperto il discorso a gravi interrogativi di orcline spirituale e morale e che investe non soltanto uno strato della società, e particolarn1ente quello u cui si dovrebbero appuntare le spera11ze della Nazione, non è cl'altra parte men vero che all'ordine di questo stato incredibile di confu io11e e di errore si trova un certo atteggiamento della classe dirigente la quale, pe ificatamente in Italia, nel clima di un ipocrita e infido « embrasson -no11s >> favorisce oltre misura (e in alcune manifestazioni, se ne fa l'araldo) la riabilitazione dei respon abili del recente disastro nazionale. E non è certamente confortevole che la grande stampa d'informazione ignori ogni avvenimento che si ricolleghi alla lotta antifasci ta e alla Resistenza - diciamo franca1nente, all'infuori dei aliti giornali di sinistra, cl1i ha dedicato una sia pur minima attenzione al dibattito cl1e ha avuto luogo a Genova, nel mese di maggio, sull'antifasci 1no e la Resistenza promos o dall'Istituto nazionale per la storia del movi1ncnto di liberazione in Italia sui temi: « La storiografia dell'antifascismo dal pri1no dopoguerra al 1943 » e « La storiografia della Resistenza 1943-1945 ))? - e dia spazio veramente indecoroso ai memoriali, ai diari degli uomini del passato regi1ne, ai lacché di queste personalità, alle loro amanti, dando prova così di una profonda e irreparabile vuotezza morale. « Un paese non è mai riconoscente - scriveva a tale proposito Il Mondo in un suo taccuino, nel sottolineare come le lezioni-interviste avessero trovato eco soltanto nella Voce Repubblicana~ e nei gior11ali socialcomunisti, rimanendo del tutto ignorate dalla stampa moderata d'informazione - ai suoi figli migliori, questo pare una regola. Ma tutto que- [72] Bibiiotecaginobianco

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