Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

ai quali le infrastrutture servano di base e le imprese con partecipazione statale di elemento di rottura e di avanguardia, e, soprattutto, orientare opportunamente le scelte produttive e lo sviluppo dei settori mediante la programmazione e la incentivazione selettiva degli investimenti ». Inoltre la necessità dell'intervento diretto dello Stato nell'industria di ' base ai fini del processo di sviluppo del Mezzogiorno è dedotta dall'obiettiva considerazione che bisogna creare le condizioni per l'allargamento del mercato, di cui si gioverà ogni futura iniziativa economica, e naturalmente tutto il sistema produttivo italiano. Ed è facile quindi constatare come un tale indirizzo, realistico e responsabile, vada del tutto esente da posizioni ideologiche preconcette; il relatore Simoncini avverte infatti che « la vera funzione delle partecipazioni statali. nel nostro sistema economico e costituzionale, si pone sul piano di una realistica program1nazione degli interventi opportuni, fuori dagli astratti pregiudizialismi statalista e antistatalista, come del dominio della casualità, dell'improvvisazione, della subordinazione alla volontà degli operatori privati. Perchè questa funzione delle partecipazioni sia compiuta e questa azione risulti efficace, debbono essere assicurate a nostro avviso quattro condizioni essenziali: validità economica, coordinamento, concentrazione, strumenti di decisione». L'analisi e l'approfondi1nento di queste « condizioni >> indicate dal relatore hanno occupato larga parte del dibattito, e ci sembra che alcune tesi sostenute (soprattutto in ordine al problema degli strumenti giuridici della direzione e del controllo delle partecipazioni statali, come rispetto alla proposta Fascetti circa la partecipazione di minoranza dello Stato alle società a capitale privato nel Sud, che non ha incontrato il favore del Convegno) meritano di essere fatte valere in sede politicamente responsabile. Ed inoltre, tutta la discussione ha evitato i pericoli di una impostazione sezionalistica del problema dello sviluppo economico del Sud, fatto questo tanto più rimarchevole quando si consideri che i temi in discussione non erano di quelli che, come abbiamo già rilevato, entrano tradizionalmente nell'ambito della competenza sindacale vera e propria. È stato sì posto l'accento - come del resto era logico - sulla funzione preminente dell'intervento pubblico nelle sue varie forme nell'attuale congiuntura economica del Mezzogiorno, ma si è avuto cura di avvertire, nello stesso tempo, che la partecipazione dell'iniziativa privata al programma globale di sviluppo economico è un'altra delle condizioni che potranno garantirne il successo. Si può concludere dunque che il Convegno di studi promosso dalla U.I.L. e patrocinato dall'Agenzia europea per la produttività è stata una iniziativa utile ed interessante, avendo riaffermato la disponibilità delle forze più vive del sindacalismo italiano per una politica di riformismo democratico. La quale però, può realizzarsi pienamente soltanto se, oltre agli organi dello Stato, vorrà dare la pro.pria collaborazione anche la parte più cosciente e mo- [69] B'ibliotecaginobianco

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