deile strutture economiche e sociali del paese, assicurando il progresso di tutte le classi sociali e di tutte le regioni; se non si vogliono riconoscere obiettivamente i limiti oltre i quali l'iniziativa privata non può andare, si eludono - come ci sembra li eluda l'eminente studioso ed uomo politico cattolico - i termini reali del rapporto tra iniziativa privata ed interventi statali, ma soprattutto si rischia di rinunciare ad una esatta valutazione delle esigenze attuali del Mezzogiorno considerate nel quadro degli interessi dell'intera collettività nazionale. Ora l'aspetto più singolare della polemica « antistatalistica » è che, mentre uomini come Sturzo preferiscono ignorare il problema, sono gli stessi ambienti confindustriali ad i11dicare l'esistenza qi questi limiti; si deve dedurre quindi che nessuna « sfida della fiducia n potrà convincere i privati imprenditori ad operare al di là della loro volontà, e .soprattutto delle loro possibilità, specialmente nel Sud. Infatti, senza indulgere ad una posizione proconcetta nei riguardi della iniziativa privata, si può e si deve concedere a quest'ultima tutta la fiducia possibile; ma non si può trascurare il fatto che i suoi più qualificati rappresentanti, che pur sono impegnati nella pole1nica « antistatalista >>, si n1ostrano sempre più riluttanti ad assumere impegni troppo gravosi nel Mezzogiorno. A conferma di ciò valgano le parole del Dr. De Micheli, pre. idenle della Confindustria. Quest'ultimo, in un arti olo pubblicato nel numero di aprilemaggio dell'organo mensile dell'Unione Industriali di Napoli. L'industria meridionale, dopo aver affermato che id eri olvere « il problen1a dell'equilibramento delle condizioni economiche del Meridione con quelle di altre regioni d'Italia, per un organico, più efficient slancio di tutta l'economia italiana », ci dà un elenco dei meriti acqui iti dai grandi gruppi industriali che hanno operato ed operano nel Mezzogiorno, e tenta una valutazione del loro apporto tecnico e finanziario alla rina cita meridionale; n1a, a prevenire i facili entusiasmi, egli si affretta ad avvertire: <e Una prima constatazione sorge dallo scorrere questo elenco di iniziative, ed è quella che buona parte dei grandi gruppi industriali del Nord hanno già realizzato, od hanno in corso di realizzazione, iniziati ve di ingenti dimensioni. Q ue to va detto sia come doveroso riconoscimento dell'opera di questi gruppi; sia per smentire coloro che hanno accusato i gruppi del Nord di inerzia e di insensibilità di fronte al problema del Mezzogiorno; sia infine per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla circostanza che non è prevedibile avere negli anni futuri un'ulteriore espansione delle grandi iniziative, poichè, come già si è detto, buona parte dei gruppi più importanti hanno già realizzato una od anche più iniziative nel Mezzogiorno». Ci sembra ovvio che la cautela del Dr. Micheli dovrebbe indurre a riflettere sia il sen. Sturzo, sia quanti altri hanno ancora fiducia nelle illimittate possibilità di intervento della grande industria privata nel Mezzogiorno, possibilità in cui non hanno creduto i meridionalisti, e non credono nemmeno gli . [67] liotecagihobianco
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