Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

della vita democratica nòn si esaurisce, evidentemente, nell'esercizio di una funzione di rappresentanza degli associati sul piano delle vertenze e dei contratti. Nello stato moderno ... le organizzazioni democratiche di rappresentanza dei lavoratori sono direttamente impegnate nelle valutazioni e nelle responsabilità collettive, che si determinano e si svolgono rispetto agli indirizzi di politica economica e in vista degli obiettivi verso i quali si orientano l'attività economica e la dinamica sociale ». Fedele a questa impostazione e a questo programma la U .I.L·. ha tenuto, ancora a Napoli, il 4 e il 5 luglio scorsi, un secondo Convegno nazionale di studio, ideale proseguimento del primo, ma cer1trato questa volta su di un tema «politico» specifico, che è poi un tema di politica generale: si è discusso infatti delle « partecipazioni statali e interventi pubblici nella poli~ica di sviluppo del Mezzogiorno». I risultati di questo Convegno meritano l'attenzione degli ambienti politici, perchè, oltre a costituire una ulteriore conferma della «maturità» del sindacalismo democratico, forniscono un importante contributo alla formulazione della politica di sviluppo economico del Mez- . zog1orno. È quasi superfluo ricordare ai lettori di questa rivista come il tema delle partecipazioni statali e degli interventi p11bblici nell'economia incontri tuttora la più irriducibile avversione della destra politica ed economica, la quale, anzichè discuterne pacatamente preferisce respingerlo in nome di un anacronistico « massimalismo liberista)), la cui sostanza demagogica è stata ampiamente dimostrata in sede tecnica ed in sede politica. La polemica « antistatalista >) della Confindustria, e degli ambienti politici e giornalistici che ne hanno sposato la causa, già insostenibile quando si vogliono valutare realisticamente gli interessi generali del paese, rivela inoltre tutta la sua inconsistenza ed artificiosità allorchè si prendono in considerazione da un lato le esigenze e i problemi di una politica di sviluppo economico del Mezzogiorno, dall'altro gli impegni che l'iniziativa privata, soprattutto nel campo dell'industrializzazione, è in grado di assumere e di mantenere rispetto allo stesso Mezzogiorno. Il sen. Sturzo - che una tale polemica sta conducendo con ostinato accanimento, e più di ogni altro induce ad una impostazione tendenziosa del rapporto tra intervento dell'iniziativa privata ed intervento dell'iniziativa pubblica - combatte aspramente ogni intervento diretto delle partecipazioni statali anche nei settori propulsivi, ed ha gridato recentemente ancora una volta allo scandalo della illeggitimità della presenza in Sicilia di una holding statale, perchè questa verrebbe a turbare il quadro di operosa collaborazione che esisterebbe tra grande industria privata del Nord ed imprenditori locali (cfr., su Il Giornale d'Italia, del 1 giugno, l'articolo: « La grande industria in Sicilia »). Ma qui non si tratta di riconoscere o meno i meriti dell'iniziativa privata, bensì di valutare se questa è in grado di superare da sola le gravi deficienze [66] Bibliotecaginobianco

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