o i valori cangianti con 1a storia che l'uomo da alla scena indistruttibile è insopprimibile (ma neanche questa statica nella sua realtà) sovra cui scorre - non solo materialmente - la storia umana, e che l'opera umana modifica e ridimensiona e reinterpreta da centinaia di secoli. Il nome di geografia quindi copre ai nostri giorni discipline molto diverse e neanche vicine fra di loro per campo di azione e spirito di ricerca. C'è una geografia fisica, che riguarda i fenomeni naturali della Terra, e che si può esercitare solo da chi sia dotato di una matura e aggiornata cultura e metodologia naturalistica. C'è poi una ecologia che studia l'ambientazione degli esseri organici sopra la Terra - e quindi anche dell'uomo nelle sue manifestazioni biologiche - e che si può fare unicamente, per quanto riguarda l'uomo, da chi possieda una formazione culturale biologica o medica. Ma una parziale congiunzione fra queste due « geografie >> può essere effettivamente conseguita con lo studio dei paesaggi. E c'è infine una geografia umana che è parte delle scien~e storiche e può venire svolta esclusivamente con spirito storiografico, perchè ciò che la ha destata è l'esigenza (vecchissima in realtà, e di cui sono stati paladini negli ultimi trent'anni Bloch, Febvre, Siegfried, Gottmann, Braudel) di una storia della conquista economica e della organizzazione strumentale della Terra da parte dell'uomo: una storia di come l'uomo riplasma e rifoggia la Terra in termini umani, per ricrearla come opera sua, nella quale ogni cosa comincierà ad avere valore solo quando avrà perduto la sua condizione unicamente naturale. Di fronte a una tale diversità e varietà di problematiche, a una tale diaspora di discipline di cui ciascuna è, a suo modo, e indipendentemente, inserita bene nella realtà culturale odierna, cosa significa più la enciclopedica geografia integrale, ferma senza inquietudini e impulsi (13) nei suoi cristallizzati modi di pensare? Dei quali è elementare conseguenza il continuarsi fino a noi della vecchia statistica di più di un secolo fa, in forma di compilatoria descrittiva regionale della Terra: regioni o paesi che i nostri geografi di frequente descrivono con minuti particolari nei loro corsi universitari, e in grossi volumi, senza averli mai visitati. Poichè il discorso sulla geografia nell'Università è stato iniziato e il quadro che se ne può ricavare è triste, voglio giungere per lo meno alla (13) Si vedano ad es. le molto giuste considerazioni scritte qualche mese fa da Robert Mandrou, La géographie dans son camp clos, in « Annales », 1959, pp. 400-401. [62] Bibliotecaginobianco
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