Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

il risultato, percepibile ai sensi visivi, della inter-relazione fra i fenomeni e oggetti che la geografia studia, entro una regione determinata nella quale tale inter-relazione crei delle forme solidali, assuma delle caratteristiche particolari e notevoli, in grado di venire individualizzate, fino a determinare dei tipi (ad es. il paesaggio della savana, o il paesaggio vulcanico, o anche la vita umana nel paesaggio della savana, o ancl1e l'uomo e i vulcani etc.): dei tipi che però non sono propriamente classi, ma complessi armonici di fenomeni fisici o associazioni biologiche di forte stabilità. La interpretazione della geografia come « scienza del paesaggio )) ha costituito di certo (4), in modernità e vitalità di indagine scientifica, il maggior sforzo dei geografi. per seguire l'evoluzione della cultura; ma è una interpretazione valevole unicamente per un campo di studi naturalistico, perchè i suoi fenomeni e oggetti non si configurano nella mente del ricercatore a storiografia, ma si prestano e affidano solo al trattamento sistematico e deterministico delle scienze naturali (5). E quindi, per quanti ricercano l'uomo storicamente, tale interpretazione ha poco e discutibile significato (6). E' agevole capire come una volta che si parta da questa concezione della geografia (che fu chiamata « integrale )) qualunque trattazione o dialogo intorno ai problemi relativi ai suoi insegnamenti nelle Università, (4) Per merito specialmente dei tedeschi S. Passarge e R. Gradmann, del b ritannico H. J. Pleure e nel nostro paese, di Renato Biasutti (di cui cfr. Il paesaggio terrestre, Torino, 1947). (5) Ad es. il Biasutti, opera cit. p. 7, facendo sue le parole di uno dei più noti geografi. positivisti tedeschi, il Ritter, scrive che la storia umana « non sta accanto alla natura, ma in questa. L'uomo fa parte della natura come una delle tante unità della vita )). (6) Non va dimenticato però che il termine « paysages )), specialmente nell'accezione di « paysages ruraux >> significante le manifestazioni materiali (e non solo quelle propriamente paesistiche) di una civiltà rurale, è stato pure largamente usato dagli storici francesi della scuola di Mare Bloch e dai geografi umanisti che hanno operato in unità con loro negli ultimi venti anni. E con questo significato lo ha impiegato qualche mese fa H. Desplanques nel buonissimo articolo su Il paesaggio rurale della coltura promiscua in Italia _in « Rivista Geografica Ital. ))' 1959, pp. 29-63. Di recente però al termine « paysages >> si è venuto con maggior frequenza sostituendo in Francia quello di « structures )), che esprime meglio la complessità dei fenomeni studiati. [55] s•ibliotecaginobianco ,

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