Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

possibilita di incrementarlo, e con esso di incrementare i guadagni (39). Questi gruppi, tra i quali figurano, a quanto pare ( 40), persone come il senatore Angiolillo, il comandante Lauro e i proprietari del « Corriere della Sera )), non hanno nascosto la loro intenzione di dar vita a stazioni televisive locali, collocate in modo da presentare il minor numero possibile di problemi tecnici, e quindi di costo relativamente basso, al fine di sfruttare i migliori « mercati televisivi ))' come la Lombardia, il Lazio e la Campania. In un secondo tempo queste stazioni potrebbero riunirsi in una rete, naturalmente secondo la convenienza dei promotori, e restando sempre esclusa una buona parte del territorio nazionale. Una cosa è certa: in Italia solo i gruppi politicamente più conservatori e opportunisti hanno disponibilità di capitali e interesse a lanciarsi in imprese di questo tipo. Cinquantanni fa l'adozione del sistema americano nel campo delle radiocomunicazioni avrebbe potuto forse dare risultati più positivi: il tipo di capitalismo che in seguito si è venuto sviluppando in Italia rende del tutto sconsigliabile, oggi, quella soluzione. In realtà l'esistenza di stazioni televisive commerciali private non migliorerebbe affatto la situazione per quanto riguarda gli aspetti politici delle trasmissioni, e comporterebbe sicuramente un abbassamento del livello di tutta la produzione radio-televisiva. Qt1esto stesso problema è stato affrontato in Inghilterra, e risolto in tutt'altro modo. Anche lì il monopolio dell'ente pubblico, la BBC, era stato messo in discussione. L'ente veniva accusato non gia di parzialità politica, bensì di eccessiva austerità e monotonia, di esagerato attaccamento ad una visione culturale nobile, ma un po' antiquata, scarsamente aperta ai nuovi fermenti e alle nt1ove tendenze. Veniva anche accusato di sclerotizzazione burocratica, e di troppo amore del quieto vivere. Dopo anni di discussioni, cui qui non è possibile accennare nemmeno sinteticamente, l'idea della necessità di introdurre cc some element of competition )> nella televisione finì per trionfare. Di conseguenza, nel 1954 fu approvata una legge che rompeva il monopolio televisivo della BBC. Ma non già nel modo proposto dai gruppi industriali italiani. (39) Si vedano, in proposito, i dati, e le preziose considerazioni, esposti da Ignazio Weiss nella nota: « Televisione, stampa e pubblicità», pubblicata nel numero di maggio-giugno 1959 della rivista Comunità. (40) Arturo Gismondi, op. cit., pag. 32. [47] ibliotecagino~ianco

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