Le entrate ordinarie dell'ente sono oggi assicurate: 1) dalle tasse di abbonamento alle radioaudizioni; 2) dalle tasse di abbonamento alla televisione; 3) dai canoni di abbonamento agli altri servizi in concessione (filodiffusione e radiofotografia, quest'ultimo non in esclusiva); 4) dai proventi della pubblicità radiofonica e televisiva; 5) dalle tasse tuttora in vigore sui materiali radioelettrici. Su tutti i proventi effettivi lordi la RAI deve corrispondere allo Stato un canone annuo pari al 4%. A questo va aggiunto un ulteriore 2%, che, secondo la Convenzione del 1952, lo Stato dovrebbe destinare al finanziamento di manifestazioni teatrali e musicali al1 'interno e all'estero. Ma ancor prima di riscuotere queste percentuali sugli introiti, lo Stato preleva una quota sul canone degli abbonamenti alle radioaudizioni. Tra il 1950 e il 1951 il bilancio della RAI passò da poco meno di 10 a quasi 13 miliardi. In seguito la dilatazione si è fatta sempre più rapida, in relazione, da un lato, al costante aumento delle entrate, reso possibile a sua volta dall'incremento degli abbonamenti e della pubblicità, e dal1' altro, al ritmo progressivamente crescente degli investimenti. Nel 1952 il bilancio raggiunse i 18 miliardi, nel 1953 i 24 miliardi, nel 1954 i 29 miliardi, nel 1955 i 38 miliardi, nel 1956 i 44 miliardi, nel 1957 i 48; nel 1958 ha toccato quasi i 56 miliardi. La voce « impianti, macchinari, immobili e lavori in corso )), che nel 1950 registrava un po' meno di 5 miliardi, alla fine del 1954, dopo un anno di esercizio televisivo, superava i 20 miliardi; alla fine del 1958 toccava quasi i 43 miliardi. Nel 1951 le entrate ammontarono a più di 11 miliardi, l'utile lordo fu di poco più di un miliardo, e la partecipazione dello Stato non raggiunse i ·400 milioni di lire. Alla fine del 1954 gli introiti lordi ammontavano a quasi 18 miliardi e mezzo, l'utile lordo superava il miliardo e 350 milioni, e la partecipazione dello Stato era salita a oltre un miliardo e 100 milioni. L'esercizio 1958 ha dato oltre 37 miliardi e mezzo di introiti, più di 4 miliardi di utile lordo, e quasi 2 n1iliardi e 300 milioni di partecipazione allo Stato. Lo sviluppo economico dela RAI è stato, dunque, veramente cospicuo. Si è creato ormai un patrimonio imponente, che è, salvo una quota relativamente trascurabile, di proprietà pubblica. Discutere se sia stato saggio investire, in questi anni, diecine di miliardi di lire in un settore impor- [43] 81 biiotecag inobianco
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