di tabù radiofonici e televisivi. Arturo Gismondi ha pubblicato (29) il « codice di autodisciplina >> della RAI : documento non ufficiale, ma a cui dentro l'ente si darebbe un valore « orientativo )). Cogliamo intanto I'occasione per notare che quel documento è in parte una derivazione e un adattamento del « Production Code )) degli industriali cinematografici americani, elaborato dall'editore cattolico Martin Quigley ed adottato dalla Motion Picture Producers and Distributors of America nel 1930 (30); e degli << Standards of Practice » sottoscritti dalle compagnie americane di radiodiffusione e televisione, raggruppate nella National Association of Broadcasters (31). La parentela è evidentissima nelle norme e nelle ammonizioni riguardanti la famiglia, i rapporti sessuali, le storie criminali, il pudore, le danze, i programmi per i minori, le scene truculente: in questa materia tra concetti del cattolico Quigley e quelli della RAI v'è ovviamente identità. Le differenze riguardano soprattutto la sfera politica e sociale, e naturalmente, data la diversa situazione, quella religiosa. Per esempio, il concetto di « vilipendio delle istituzioni )), o quello che « gli episodi storici della vita nazionale debbono esser rappresentati in modo da non arrecare danno al sentimento patriottico )), sono tipicamente nostri. Così nel campo delle notizie e dei commenti politici le indicazioni contenute nei documenti americani appaiono chiaramente ispirate da una ben pi·ù seria esperienza e coscienza democratica. Abbiamo detto: s'è tentato. Perchè appunto, se si cercasse davvero di applicare alla lettera il codice di autocensura, la RAI dovrebbe quanto meno dimezzare i suoi orari, per mancanza di materiale da trasmettere. La « sterilizzazione )) della realtà, tanto effettuale che artistica, non può superare certi limiti, perchè oltre un determinato punto verosimilmente non vi sarebbe più un pubblico a cui rivolgersi (in un paese, ovviamente, che non sia governato da una dittatura). Tuttavia, quei criteri, anche se applicati solo in parte, finiscono per creare una mentalità non solo timorosa e angustiata dal dubbio, ma anche decisamente confusa. Un solo esempio: quella recènte trasmissione televisiva, i « Figli di Medea )), che, diffusa per una sollecitazione furiosamente moralistica, e in realtà infar- {29) Arturo Gismondi, op. cit., pag. 157 e. segg. (30) « The Production Code», nell'antologia Mass Communications, cit., pag. 247 e seguenti. (31) « The Broadcasters' Creed )), ibidem, pag~2-39 e segg. [37] Bìbliotecagihobianco /-
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