Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

attingere dall'ordinamento vigente i titoli giuridici per esercitare il corltrollo sulla RAI. Nel 1952, attraverso la Convenzione di cui s'è detto, e quindi continuando la tradizione degli atti amministrativi non sottoposti al Parlamento, ha potuto consolidare il sistema, per di più estendendolo al nuovo e più potente strumento di comunicazione, la televisione. E' un punto che va nettamente sottolineato: prima dell'egemonia della DC sulla RAI, c'è l'insufficienza democratica della legge, che è addebitabile alla DC non più che alle altre forze politiche. La RAI, strumento che proprio la legge ha fatto passivo e subordinato, ha rispecchiato via via le fasi fondamentali della lotta politica italiana di questo periodo storico. La fase della lotta all'interno del fronte antifascista; la fase della divisione del Paese in due settori, quadripartito contro le opposte estreme eversive, nella quale il peso maggioritario della DC nella radio, nonostante la solidarietà democratica, si è fatto gradatamente sempre più ·sensibile; e la fase seguita alla rottura del quadripartito, in cui la DC ha perfezionato il suo controllo politico sulla RAI, rendendolo esclusivo. La DC, dal 1947 in poi, si è trovata nella condizione di poter assegnare a uomini di sua fiducia tutte le cariche direttive importanti della RAI. Tecnicamente ciò avviene, come s'è visto, sia attraverso la nomina dei delegati ministeriali nel Consiglio di amministrazione, sia attraverso la designazione degli azionisti che rappresentano la partecipazione dell'IRI. Perciò di solito coloro che vengono investiti di responsabilità direttive non sono « politici puri ))' ma persone il cui titolo principale è una esperienza organizzativa o amministrativa. Le cariche-chiave sono, oggi, quelle di Amministratore delegato e di Direttore generale, ed è alle persone che occupano questi uffici, ovviamente, che spetta la maggiore responsabilità nel determinare l'indirizzo generale dell'ente. Indirizzo che è però, in un certo senso, scontato. La legge pretende dalla RAI « indipendenza politica e obbiettività informativa )). Ma, instaurando un ordinamento che fa della RAI un ente goveranativo, rende ovviamente irrealizzabile quella pretesa. Impossibile l'indipendenza politica - perchè impossibile, allo stato delle cose, un vero contr.ollo parlamentare - il grado di obbiettività informativa sarà determinato dalla discrezione e dalla prudenza dei dirigenti della RAI. La RAI è democratica r1ellamisura in cui lo è la DC nel suo complesso. . [30] Bibliotecaginobianco

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