Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

Nell'URI figuravano esponenti di interessi industriali del ramo elettromeccanico, inclusi alcuni rappresentanti di gruppi stranieri: tutte persone, naturalmente, di sicura sottomissione al fascismo (basti dire che l'operazione fu condotta e conclusa nel periodo, sotto molti aspetti critico per i fascisti, che seguì all'assassinio di Matteotti). La società ebbe la concessione in esclusiva quale vincitrice di una gara, indetta dal Governo, in cui era già stato tutto deciso in anticipo. Dopodichè fu il Governo a decidere, con apposito decreto (8), che cosa l'URI dovesse fare, e come lo dovesse fare. Venne stabilito il numero e il tipo delle stazioni trasmittenti, e in quali città dovevano essere impiantate; il contenuto dei programmi: « concerti musicali, audizioni teatrali, conferenze, prediche, discorsi, lezioni e simili, nonchè notizie )>, ma queste ultime da trasmettersi sotto speciali garanzie, di cui diremo tra poco; l'orario dei programmi, con l'obbligo di riservare due ore al giorno ai comunicati governativi; il permesso di svolgere servizio di pubblicità, ma con l'onere di versare allo Stato il 50% dei relativi proventi; l'obbligo di garantire l'italianità dell'URI mediante l'emissione di « azioni di serie A )), per il 55 % del capitale, e e< azioni di serie B >) per il 45 %, queste ultime soltanto cedibili a stranieri; il « gradimento del Governo >> alla nomina del presidente della società; l'obbligo dell'URI di provvedersi dall'industria italiana dei materiali e dei pezzi occorenti per gli impianti. In questo regime di ferreo controllo governativo, il vantaggio dell'URI consisteva non soltanto nella facoltà di accettare pubblicità a pagamento, ma anche nel diritto di riscuotere un canone annuo da tutti ì possessori di apparecchi riceventi. Due fonti di entrata che gli altri Paesi hanno ritenuto tra loro incompatibili, ma che il Governo fascista, sin dall'inizio incurante degli interessi degli utenti, non esitò un istante a garantire agli azionisti dell'URI. Se questo era, almeno in teoria, il guadagno della società radiofonica, per l'industria elettromeccanica c'era, com'è stato notato (9), la garanzia d'essere l'unica fornitrice dell 'URI, a dispetto dei prezzi più alti e della minor esperienza in paragone all'industria straniera. Un'operazione, quindi, completamente vantaggiosa per il fascismo, che si (8) R. D. 14 dicembre 1924, n. 2181, relativo alla concessione dei servizi radioauditivi circolari alla società anonima URI. (9) Arturo Gismondi, La radiotelevisione in Italia, Editori Riuniti, 1958, pp. 11-12. [16] Bibliotecaginobianco

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