Nord e Sud - anno VI - n. 57 - agosto 1959

di radioaudizioni circolari, il primo Governo presieduto da Mussolni stimò opportuno affrontare la materia già regolata dalla legge del 1910 con nuove disposizioni. Il decreto che ne sortì (6) non recava, in complesso, grandi novità, se si toglie un certo, del resto ovvio, aggiornamento terminologico. Veniva ora riservato < allo Stato, nel Regno e nelle colonie dipendenti, a terra, a bordo delle navi ed aeronavi )) l'impianto e l'esercizio di stazioni di comunicazione per mezzo di onde elettromagnetiche senza l'uso di fili. Se la sostituzione di cc Stato )) a cc Governo )) non era casuale, il senso non poteva essere che la volontà di ribadire in modo ancor più solenne il concetto che le comunicazioni senza filo erario sottratte alla libera utilizzazione da parte dei cittadini. Riconfermata la facoltà del Governo di accordare concessioni a privati ed enti, il decreto stabiliva ch,e aa sospensione o la revoca di queste potevano essere decise ogni qual volta lo suggerissero cc gravi motivi di carattere militare o di sicurezza pubblica )). E' chiaro che, con quest'arma nelle mani del Governo, nessun gruppo ad esso ostile avrebbe potuto, anche disponendo dei mezzi materiali necessari, tentare di utilizzare lo strumento radiofonico. Strumento che, di fatto, non poteva a quel punto interessare le forze dell'opposizione, per la decisiva ragione che in Italia solo poche centinaia .di persone possedevano apparecchi riceventi. Il decreto, comunque, guardava con lungimiranza all'avvenire. L'operazione che creò le basi della radiodiffusione italiana, e ne determinò i tratti giuridici, politici ed economici essenziali, ebbe luogo nell'anno successivo. La legge del 1923, così com'era stata formulata, non escludeva un sistema di più società radiofoniche in concorrenza tra di loro. In vari punti accennava a <e concessionari )); in particolare, nelle norme che riguardavano le possibili vertenze, faceva espressamente il caso di <e piu concessionari )) di radioaudizioni interessati. E' appena il caso di notare che un siffatto sistema 110n sarebbe stato di per sè in contrasto con lo spirito autoritario della legge: la competizione economica sì sarebbe potuta tranquillamente accompagnare con la sottomissione politica. Era però in contrasto con le tendenze accentratrici del fascismo. D'altronde, il reperimento di capitali da investire nelle radiodiffusioni presentava in Italia difficoltà tutt'altro che trascurabili. (6) R. D. 8 febbraio 1923, n. 1067. [14J Bibiiotecaginobianco

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