straziane pratica, offerta dalla guerra russo-giapponese, dell'efficacia dei nuovi strumenti di comunicazione al servizio della difesa come dell'offesa. Marconi, del resto, aveva regalato i suoi brevetti alla marina e all 'esercito italiani. A questa preoccupazione s'aggiungeva il peso di un precedente: la legge piemontese del 23 giugno 1853 sui telegrafi, che aveva istituito il monopolio governativo di quelle che allora erano le sole comunicazioni meccaniche a distanza. Non mancò, tuttavia, chi si fece portavoce del timore che una troppo pesante regolamentazione potesse ostacolare un rapido sviluppo dei servizi privati di radiocomunicazione, e della correlativa industria produttrice di impianti e apparecchiature. Anche se nessuno dei legislatori aveva in mente il caso delle radiodiffusioni circolari, alcuni aspetti della radiocomuni~azione apparivano di essenziale importanza per i privati, e promettevano anche considerevoli profitti: servizi di corrispondenza, comunicazioni tra navi e terra, e tra navi, ecc. Il deputato Bignami osservò che forse nessun'altra nazione aveva una legge « tanto proibitiva ))' e chiese che il monopolio, almeno in sede di regolamento d'attuazione, venisse mitigato. Ma a questo proposito il ministro Ciufelli, richiamando 1 'attenzione dei deputati sulla facoltà che la legge attribuiva al Governo di accordare a privati e ad enti la concessione di impianti « a scopo scientifico, didattico, od anche di servizio pubblico o privato ))' tenne a negare che il provvedimento instaurasse, come nel caso dei telegrafi, un monopolio pubblico, giacchè <( monopolio e concessione sono due termini inconciliabili >>. Il Governo, assicurò, aveva le migliori intenzioni di accordare ai privati con la massima larghezza la concessione di ogni tipo di impianti. Però era necessario che disponesse di uno strumento giuridico atto a consentirgli di « regolare tutto ))' dal momento che si erano già verificati episodi preoccupanti: erano sorte infatti numerose stazioni private radiotelegrafiche senza che il Governo ne avesse notizia, e si erano determinati, di conseguenza, casi di dannosa interferenza. Occorreva « evitare il caos >> che si era prodotto, per la mancanza di adeguate norme, negli Stati Uniti, con gravi effetti soprattutto sulle . . . . comun1caz1on1 marinare. Questi concetti furono ribaditi dal ministro della marina e dal relatore, il quale ultimo ritenne, infine, argomento decisivo a favore del disegno di legge quello che - fatta eccezione per pochi Paesi, tra i quali [11] .Bibliotecaginobianco
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