lusinga, a ogni altra esigenza che non sia quella di una corretta e spassionata interpretazione storica dei fatti e delle ideologie che ne erano alle base. La prima parte di questo lucido agile saggio si propone di illustrare i precedenti dell'impresa, i suoi presupposti politici, l'ambiente in cui riuscì ad affermarsi la determinazione di suscitare moti armati contro il governo borghese. In primo luogo l'A., sin dalle pagine introduttive esclude che i fatti del '77 possano correttamente definirsi « bakuniani )); di netta impronta mazziniana, quella del Matese va piuttosto imputata alla « tradizione propriamente italiana delle imprese risorgimentali>>. La partecipazione del Bakunin a questi moti, come osserva acutamente il Masini, « fu ... lo sbocco di un dramma personale che il Bakunin cercò di risolvere nel fuoco di un'ultima disperata battaglia, per poterla assumere come atto di responabile ed impegnata adesione politica all'iniziativa» (p . .12). La ripresa del Movimento Internazionalista dopo la caduta della Destra e la conclusione dei grandi proce i contro l'Internazionale, i congres i regionali di Bologna, Firenze e Jesi, la riorganizzazione della federazione Italiana e l'incremento dell'attività propagandistica attraverso una serie di giornali quotidiani e settimanali (Il Martello} di Fabriano; La Cronaca, di Cento; Il Risveglio, di Siena; La Lanterna, di Genova; Il Povero, di Palermo; La Plebe, di Milano, etc), le risoluzioni integraliste del congresso di Firenze, il rifiuto ad ogni concessione riformistica e legalitaria, l'atteggiamento intransigente e violento del Nicotera, costituì cono il preludio e assieme la cornice in cui viene a inserirsi e a giustificarsi la pedizione. Que ta, più che tendere ad un definitiva affermazione del n10 imento internazionalista, e quindi al rovesciamento delle istituzioni borghe i, fu concepita come un'azione di propaganda intesa a provocare un movimento di popolo, una dimostrazione pratica di come i realizzasse concretamente l'ideologia degli internazionalisti. Come osservava il Ceccarelli, uno dei promotori dell'iniziativa, .« una banda è ... un tizzo ardente gittato in mezzo ad un ammasso più o meno combustibile: se il fuoco piglia, allora è l'incendio, e e no il tizzo si pegne, ma il combustibile sarà più atto all'incendio di prima)). Altre interessanti con. iderazioni quelle dell'A., ui motivi che avrebbero determinato la scelta del l\1ezzogiorno contadino ed in particolare del 1Iatese come base per lo viluppo della rivolta armata. Al contrario di quanto avviene per il Risorgimento nazionale, gli internazionalisti tendono a ottolineare e a potenziare la carica rivoluzionaria delle plebi rurali del Sud; Bakunin non si stanca di predicare l'apporto determinante delle masse contadine in appoggio al movimento operaio e indica i mezzi concreti per rendere reale ed efficace questo contributo che sarà poi teorizzato nello slogan dell'alleanza tra operai e contadini. Ed è ancora il Ceccarelli, in una lettera al Cipriani, a ribadire l'importanza e la necessità delle jacqueries} a vedere finanche nel sanfedismo e nel brigantaggio post-unitario autentici moti rivoluzionari. Il che, a nostro parere, è frutto di errate prospettive storicistiche, di un atteggiamento volutamente populistico e che bisogna riportare nei suoi giusti limiti. Ma forse una soverchia indulgenza che, a tratti traspare dalle pagine del lVIasini attenuando quel rigore critico che pure lo distingue, può giustificarsi con una sorta di umana solidarietà verso i personaggi di quella triste e disperata vicenda. [A. M.] Il pensiero anierzcano contem,poraneo Nelle « Edizioni di Comunità))· (l\1ilano, 1958) è apparsa una serie di studi su Il pensiero americano contemporaneo} condotta, sotto la direzione del prof. Ferruccio Rossi Landi, dal Centro di studi metodologici di Torino. Gli studi sono [127] Bibiiotecaginobianco
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