Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

prattutto in considerazione del fatto che, al 1936, non era questa la zona con la massima percentuale di attivi nel settore. Era in fatti superata dalla zona della collina litoranea del Lambro e Mingardo (14,90%), e da quella della montagna interna della Valle di Novi (12,59%), che al 1951 registrano entrambe - ma soprattutto la seconda - un se nsibile decremento, passando rispettivamente al 13,32% e al 6,14%. Un discreto incremento di attivi nell'industria si registra anche nei Comuni li toranei del << basso Cilento>> (dal 12,10 al 14,03%), fra cui è Agropoli (dal 22,1 al 29,6%): centro questo che con Capaccio condivide il primato d ella percentuale di attivi nell'industria. Due zone - in rapporto alla situazion•e regionale comp lessiva - presentano valori medii della percentuale di attivi nell'indu stria: 1) la collina interna e quella litoranea della Valle di Novi: 10,29~/4 nel 1936 e 11,77% nel 19S1 (Vallo della Lucania 15,8%, Castelnuovo Cilentano 15,9%); 2) la Valle di Teggiano: 11,8S% nel 1936 e 13,16% nel 1951 (Padula 20,1 per cento, Polla 18,1%, Sala Consilina 16,6%). La zona, infine, contrassegnata dalla minima percent uale di attivi nell'industria, è quella della montagna interna della Valle del basso Calore, dove si passa, nel periodo 1936-'51, dal 6,92 al 5,80% (Castelcivita 3,4 per cento). Nel settore del commercio e servizi varii, si rileva anz itutto come le differenze percentuali - tra il 1936 e il 19S1- non abbiano andamento analogo a quello riscontrato nel settore industriale: in molte zone, infatti, si verifica una certa stazionarietà degli attivi nel primo settore,..nonostante concomitanti variazioni, più o meno sensibili, nel secon do. E' il caso, per esempio, della zona .della montagna interna del basso Calore, con il 6,88 per cento di attivi nel commercio e servizi varii, sia al 1936 che al 1951, e con il contemporaneo passaggio, nel settore industriale , dal 6,92 al 5,80 per cento; della Valle del Bussento, con il 6,33 nel 1936 e il 6,32% al 1951, nel primo settore, e 1'8,28 e il 7,03% nel secondo; della bassa Valle del Sele, rispettivamente con il 9,44 e il 9,49%, e il 12,58 e il 15,62%. Come si vede, la stazionarietà in un settore è indipendente dal tipo di variazione correlativamente riscontrato nell'altro (inc remento o .decremento); per l'ultimo caso citato, può addirittura parlarsi di un travaso diretto di attivi (circa il 3%), dall'agricoltura all'industria. · La zona con la massima percentuale di attivi nel settore del commer- [83] Bibliotecaginobianco

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