Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

la percentuale degli addetti all'agricoltura è scesa dal 62,73 al 57,03% della popolazione attiva. Ciò significa che i territori della pianura cilentana non offrono alcuna possibilità di assorbim.ento nel settore agricolo, sono per così dire sat:uri, anche se non proprio al limite a cui lo sono quelli della collina e - in misura ancora maggiore - quelli della montagna. Altrettanto significativi appaiono gli scarti percentuali - sempre fra il Cilento e la Provincia - relativi agli altri due settori: dell'industria (rispettivamente il 10,81 ed il 24,85%), e del commercio e servizi ·varii (rispettivamente il 10,26 e il 18,12%), soprattutto alf esame .di alcuni aspetti di dettaglio. Nei Comuni montani, come si è detto, 1'81,03% in media della popolazione attiva gravita sul settore agricolo. Tuttavia, anche qui vi sono . « punte » massime più che sconcertanti: così nella V alle del basso Calore (84,97%), e in particolare nella sua montagna interna (87,32%); così nella montagna interna della Vale di Novi (87,34%); così nella Valle del Bussento (86,65%). In collina, i 7 Comuni dell' « alto Cilento>> presentano in complesso 1'89,94% degli attivi dediti all'agricoltura, con appena il 4,08% ed il 5,98 per cento, rispettivamente, di attivi nell'industria e nel commercio e servizi varii; infine, nella stessa collina interna si hanno rispettivamente 1'83,00 per cento, il 7,54%, ed il 9,46%. Operan.do una suddivisione tra zone con percentuali di attivi nella agricoltura minori del 75%, comprese tra il 75 e 1'80%, superiori all'80 per cento, si rileva immediatamente come tutto il litorale e le zone pianeggianti appartengono al primo gruppo, mentre per la sola collina interna del Lambro e Mingardo la percentuale è compresa fra il 75 e 1'80% (2° gruppo); infine, tutte le zone dei massicci interni (Alburni, Motola, Cervati, Gelbison), nonchè dell' « alto Cilento» e della Valle del Tanagro, rientrano nell'ultima categoria. Calcolando le percentuali delle popolazioni attive al 1936 ed al 1951, distinte per rami di attività economica - primarie, secondarie e terziarie - e per zone, si rileva che i valori più elevati di attivi nell'in,dustria appartengono alla « bassa Valle del Sele » (12,58% nel 1936 e 15,62% nel 1951, con un aumento quindi del 3,04%); in proposito, viene spontanea la osservazione che appunto la « basse Valle del Sele >>ha subito in questo settore un incremento notevole (rispetto a quello globale del Cilento), so• [82] Bibliotecaginobianco .

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