Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

di Teggiano (frazioni di Sala Consilina, Sassano, Padula) e nella << bassa Valle del Sele » (Matinelle, Baraccamenti, Barizzo ). All'origine di questi insendiamenti stanno il naturale processo della agglomerazione contadina, di cui si sono delineati gli aspetti ,essenziali, e altri fatti di modificazione delle strutture economiche, fra cui l'intervento .dell'Ente Riforma. I nuovi centri sono comunque sorti in massima parte nelle zone pianeggianti, o di moderata altitudiae (14 in zone comprese fra Oe 100 m. s.l.m., e 12 nella Valle di Teggiano, alta circa 500 m. s.l.m., ma caratterizzata da un andamento pianeggiante). In sintesi, i 149 centri urbani del 1911 erano divenuti 168 nel 1936, e 196 nel 1951. Il Cilento ha una superficie di 3049,61 kmq., pari al 61,95% di quella dell'intera provincia (4922,47 kmq.). La sua popolazione, però - 283.170 ab. al 1958 - rappresenta solo il 31,50% di quella provinciale totale, che ammonta a 898.929 unità; ne consegue per il Cilento una densità territoriale media notevolmente più bassa, anzi di poco superiore alla metà ·della corrispondente densità per l'intera provincia: rispettivamente 92,8 e 182 ab./kmq .. Il basso valore della densità media (le cui sensibili discontinuità - già sottolineate - fra coste ed entroterra si accompagnano a sbalzi notevoli anche nell'ambito delle circoscrizioni comunali delle stesse frazioni geografiche) nel Cilento è paragonabile solo a quello di certe plaghe calabro - lucane e di una parte dell'Avellinese, restando escluso ogni ragionevole confronto non solo con i corrispondenti in-dici campani - per la verità a carattere eccezionale - ma anche con quelli pugliesi. Nel discorso che segue ci si riferisce sempre ad una suddivisione del territorio cilentano in zone agrarie, operata secondo i limiti individuati nel Catasto agrario del 1929. La sua adozione è giustifcata dalla coincidenza dei •confini tra zone agrarie con i limiti naturali tra i diversi ambienti paesistici ed economici del Cilento, determinati insieme dalle catene montuose e collinari, e dalle differenziazioni nei caratteri dei centri urbani. Vale inoltre, per alcune zone, un'ulteriore parziale suddivisione in sottozone: così il << basso .Cilento» in collina litoranea e collina interna (gruppo ·del Monte Stella); la Valle di Novi in montagna interna( Monte Sacro), collina interna (agro di ,, allo .della Lucania), e collina litoranea (Ascea); la Valle del Lambro e Mingardo in collina interna (gruppo del [73] Bibliotecaginobianco

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