Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

terventi, preferenze giovino ai comunisti. E perciò dovrebbero essere messi in condizione di non nuocere da chi, in Vaticano o nella DC, sia dotato di un maggior senso di responsabilità politica, di una maggiore disposizione a interpretare la lezione delle cose. E' intorno a questa lezione delle cose che ci viene dall'esperienza francese e dall'esperienza italiana degli ultimi anni; è intorno alle ragioni per cui il comunismo ha potuto riprendere quota dopo il novembre del 1956; è intorno allo indebolimento dei nessi e dei principi stessi dell'Alleanza Atlantica, e quindi intorno al rischio di un indebolimento della sua capacità di fare fronte alle esigenze ideali e politiche della « coesistenza competitiva )): è intorno a questi elementi del paesaggio politico occidentale, quale si presenta sulle soglie di questa estate del 1959, che, al di qua e al di là dell'Atlantico, è necessario un « angoscioso riesame )) della situazione politica generale, ed in particolare degli affari interni della Comunità Atlantica. Oggi si ripropone il problema della democrazia che non deve disarmare, e che, al totalitarismo, deve poter contrapporre, in ogni luogo ed in ogni momento, sempre nuovi avanzamenti, e mai un cedimento, sul terreno del liberalismo. E perciò quei cedimenti che in questo senso si sono avuti, o che soltanto si minacciano, in Francia ed in Italia, sono un affare interno, e di non irrilevante peso politico, di tutta la Comunità atlantica. [5] Bibliotecaginobianco

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