collaborazione di alcuni coetanei, per richiamare alla memoria le cento figure che hanno popolato l'infanzia e l'adolescenza comuni. Nella varia gamma di reazioni suscitate da una richiesta del genere - curiosità, diletto, evasività, divertito stupore - non hanno trovato il minimo posto atteggiamenti di riserbo, di ironia, di moralistica condanna. A più d'uno l'invito a riportare alla luce una serie di immagini che aveva sempre, oscuramente, ritenute degne di un riesame è sembrato un'occasione bizzarra, stimolante; per qualche altro, l'occasione si era già presentata con le sembianze di un fratello minore o di un ·figliolo. Quasi tutti, nel parlare di Fortunello o di Topolino, dei fumetti di avventura o delle storie di guerra avevano l'aria di ribadire - con autentici argomenti critici, sottili o appassionati - i criteri da cui si erano lasciati guidare, nella scelta dei loro eroi, quindici o ' . . vent anni prima. Nell'ascoltare simili « testimonianze )) viene fatto di pensare che ormai stanno per svilupparsi 11ell'opinione pubblica delle condizioni tali da permettere che le letture dei nostri ragazzi siano prese finalmente nella dovuta considerazione, ciascuna per quello che vale, senza semplicistiche sufficienze o prevenzioni. A meno che non intervenga, tra uno o tra dieci anni, una così radicale rivoluzione nei gusti dell'infanzia da confinare le generazioni formatesi su T opalino e sull'Avventuroso nel ripostiglio dei « laudatores temporis acti )>, facendone i difensori della civiltà e della morale insidiate da una nuova imprevedibile « barbarie >>. [64] Bibliotecaginobianco
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