Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

marinaretto viene infranta a favore di un giacchetto stilizzato, di taglio corrente. Ma questa trasformazione formale, lungi ,dal nuocere al suo carattere, è valsa a precisarlo; le sue disavventure sono oggi meno bambi~ nesche, più realistiche. Paperino è ora perfino dotato di senso critico ed è, quindi, soggetto a malumori meno superficiali; a volte tenta di rifarsi dei bocconi amari trangugiati studiando, senza successo, di comportarsi a sua volta da prepotente. I familiari di Donald Duck fungono da pretesti per una indagine di costume attenta e maliziosa: da Paperina, donna nutrita di miti e preoccupazioni sociali, allo zio Paperone, anziano self-made man praticissimo in ogni sorta di affari, avaro possessore di enormi locali sotterranei zeppi di dollari; a Gastone, il cugino esecrato perchè fortunato e brillante. Agli estremi di questa scala psicologica si trovano la vecchia nonna di Donald e i tre giovanissimi nipotini. Nonna Papera, che vive in campagna - ,dove riceve, a Natale, tutto il parentado - è la vecchia America, l'idillio; i tre rampolli sono gli americani della nuova generazione, socialmente organizzati, iscritti ad un club, colmi di cariche, trasudanti prematura compostezza borghese. Tra i protagonisti delle storie di avventura stile dopoguerra e i personaggi tipici d.el Corriere dei Piccoli e di Topolino il distacco esistente agli inizi doveva andare, a mano a mano, attenuandosi. La caratteristica predominante degli albums d'intonazione neorealistica era stata la loro «provvisorietà», e cioè la mediocrità espressiva accoppiata ad una estrema povertà tecnico-editoriale. La « f11metteria » nostrana aveva per lo più improvvisato i propri quadri in maniera repentina: case editrici sconosciute, privati in cerca di rapidi guadagni, disegnatori sprovveduti, autori di testi sgrammaticati. La distanza di questi prodotti dai giornalini tradizionali per l'infanzia non era soltanto questione di soggetti; era, in pari tempo, una disparità di livello formale, di «pulizia», ,di inventiva. Anche nel settore dell'avventura il fumetto americano aveva fornito dei modelli suggestivi e tecnicamente ineccepibili; per arginare la valanga di prodotti di tipo artigianale, era n.ecessario che qualcuno « italianizzasse » quei suggerimenti, ponendosi però su un analogo livello di « professionismo >> industriale. Tra le opposte trincee dei comics innocenti e delle squallide storie « prive di scrupoli » si introdusse, nel 1949, un autorevole intermediario, tne doveva rappresentare il primo grande successo italiano nel settore del- [59] Bibliotec~ginobianco

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