Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

bero diritto di esprimere il proprio parere vincolante su un testo scolastico anche i professori di ginnastica e, manco a dirlo, di religione. Noi, che ai n·on dimenticati giorni dell'insonne quanto sterile attivismo dell'On. Gonella alla P.I. avevamo con una tenace campagna di stampa sul Giornale provocato la pratica abrogazione di quella stupida circolare, abbiamo accolto con qualche sorpresa la sua riesumazione, ideata e attuata dall'on. Moro, e non senza compiacimento i tentativi di alcuni parlamentari, tra cui l'on. Codignola, di riportare mediante un'apposita legge un po' d'ordine e la necessaria libertà nel delicato àmbito dell'adozione dei testi scolastici, attorno a cui ruotano troppo spesso interessi del tutto opposti a quelli del buon andamento degli studi. Ciò premesso, possiamo aggiungere con piena tranquillità che l'idea dell'insegnamento dell'educazione civica nelle Scuole è stata ed è un'idea ottima, per la cui attuazio·ne è sperabile che si sentan,o impegnati, prima come uomini e cittadini che come funzionari, tutti i docenti. C'è da aggiungere anche, peraltro, che il provvedimento ministeriale è entrato in· vigore qt1ando sul mercato librario era quasi assente un'effettiva scelta di testi e quelli pronti per l'adozio•ne erano ideologicamente orientati a senso unico, spesso con gravi lacune, dovute a incomprensibile pudicizia. riguardanti l'antifascismo e la Resistenza. Ora, con la comparsa di manuali come quelli, ad esempio, del Galante Garrone e del Bobbio, la scelta dovrebb'essere possibile e sv,olgersi in un ambiente meno frettoloso e condizionato dall'alto, fermo tuttavia restando il principio che il vero, se non l'unico, insegnamento dell'Educazione civica deve consistere nella lettura commentata del testo integrale della Costituzione della Repubblica. Ottimo principio inoltre, e pedagogicamente un po' rivoluzionario, dato il cipiglio minaccioso e punitivo e, per altro verso, retorico e patriottardo che hanno i metodi d'insegnamento delle nostre scuole, è, e resta, l'avere stabilito che l'Educazione civica non debba costituire oggetto d'esame e non sia valutabile in voti il profitto conseguito dagli alunni per questa che non viene nemmeno considerata una nuova materia d'insegnamento. Senonchè proprio questo principio, cui noi siam·o i pri1ni a rendere omaggio, ci sembra esigere, a breve pur se non immediata scadenza, un ritocco riformatore dei programmi. Niente paura: non chiediamo riforme che abbisognino di spese o di leggi speciali. Non fu necessaria una legge per introdurre, tra il '53 e il '54, dopo quanto i professori chiesero (e noi fummo tra loro) nel non dimenticato Co-nvegno di Perugia del 1952, l'insegnamento degli ultimi trenta (e ora quaranta) anni di storia, in base al principio che gli alunni non devono terminare gli studi senza conoscere le immediate origini politiche del mondo in cui sono chiamati a vivere. Allo stesso modo non dovrebb'essere necessaria una legge per disporre le cose in modo che questo insegnamento, [36] Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==