e termina l'impossibilità di un ritorno a quel tipo di coalizione. Anche nel Messaggero abbiam·o recentemente riconosciuto l'eco di questa diagnosi politica, sulla quale il caso La Cavera proietta un altro fascio di luce. Agli occhi di chi legge il do·cumento pubblicato da L'Espresso (se esso sia o non la riproduzione letterale di un verbale poco importa: i termini del conflitto fra Confindustria e Sicindustria sono chiaramente illustrati da quel documento) viene infatti illuminata proprio l'affinità delle posizio•ni classiste di Malagodi con le posizioni m·onopolistiche tutelate da De Micheli; e viene illuminata altresì l'incompatibilità di queste posizioni, tra di loro affini, co,n quelle di un liberalismo non classista e sensibile alle esigenze di una politica di sviluppo tipo Piano Vanoni. Questo vuol dire che l'incompatibilità con le posizioni di Malagodi e di De Micheli va oltre La Cavera: non si tratta soltanto dei liberali siciliani, ma dei liberali di tutta l'Itàlia meridionale (Cortese, autore dell'emendamento che è all'origine del caso La Cavera, Cocc~ Ortu, Valitutti. ecc.) e non soltanto dell'Italia meridionale (e qui forse si dovrebbero fare i nomi di Carandini, di Villabruna, di tutti i liberali di centro e di sinistra che furon·o da Malagodi costretti alla scissione del I 956; e si do,vrebbe fare anche un altro nome, il nome di Menichella, dopo che recenti polemiche hanno dimostrato come divergono le valutazioni che della realtà economica italiana danno la Confindustria e la segreteria del PLI, da un lato, la Banca d'Italia, da un altro lato). Nell'editoriale dell'ultimo numero di Nord e Sud ci domandavamo se non ci sono in Italia, fra gli industriali, « uomini meno miopi » di quelli che forman·o oggi lo stato maggiore della Confindustria. Il caso La Cavera rende questa domanda ancora più attuale di quanto lo fosse un mese fa; e pone anche più perentoriamente di quanto già si ponesse negli ultimi due anni il problema degli atteggiamenti che in sede di Confindustria devono assumere i rappresentanti degli industriali meridionali, dei quali non · si sa ancora se sono solidali con il classismo di De Micheli o solidali ' con il meridionalismo di La Cavera. Comunque, qualora scegliessero questa seconda strada, essi coglierebbero l'occasione di assolvere ad una funzione progressiva nella vita italiana: ma c'è da temere che, a differenza della Sicindustria, Unioni Industriali come quella di Napoli o come quella di Bari, non abbiano capito niente e ignorino perfino i termini del dilemma che per esse è stato ancora una volta riproposto dal conflitto La Cavera - De Micheli. Ma, ·oltre quella che investe lo stato maggiore della Confindustria, c'è anche un'altra domanda che diventa quanto mai attuale in seguito al caso La Cavera - oseremmo dire - in ~eguito: I) alla relazione di Menichella; 2) ai risultati elettorali della Sicilia; 3) alla constatata impossibilità di tornare al quadripartito. E' una domanda che investe Malagodi e ripropone il problema dei rapporti di forze all'interno del Partito Liberale: come mai~ Bibliotecaginobianco [34]
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