Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

lizzazione; si voleva che anche la Sicindustria si piegasse a questo punto di vista, sacrificando le esigenze meridionaliste, che essa aveva intravisto quando aveva plaudito all'emendamento Cortese, sull'altare di una prospettiva tutta classista; per cui sarebbe dovuto spettare alla Montecatini ed alla Edi5on, e ad esse soltanto, il diritto di decidere quali investimenti meritano, e quando li meritano, gli idrocarburi ed i sali potassici della Sicilia. Il documento pubblicato dall'Espresso (un verbale di una seduta dello stato maggiore della Confindustria) ha dunque confermato tutto quello che, in merito alla questione degli investimenti dell'IRI e dell'ENI nel Sud, ab~ biamo detto più volte. Ed anzi ricordiamo che, nei mesi immediatamente successivi all'approvazione dell'articolo 2 della legge di proroga della Ca5sa, perfino Il Mondo e L'Espresso, per un verso, e per un altro verso i Macera ed i Ventriglia, non si resero conto dell'importanza politica dell'emendamento Cortese. Se ne rese conto La Cavera, però; e di questo gli si deve dare atto. Fra i meriti di La Cavera si deve poi ricordare la sua battaglia per la Società Finanziaria Siciliana (Sofis). Questa era stata concepita come moderno strumento di canalizzazione verso la Sicilia di capitali italiani, europei, americani; e fu proprio La Cavera, con il concorso di autorevoli espo- ,,, nenti della DC, ,_comegli on.li Alessi e Carollo, a « costruire » questo strumento; ma, per poterlo « smontare » e « svuotare », una congiura di altri autorevoli esponenti della DC con lo stato maggiore della Confindustria tentò di impadronirsene. Ora, console Milazzo, La Cavera è stato regolarmente chiamato alla direzione della Sofis: è stato cioè affidato alle sue mani lo strumento che egli aveva costruito e che si era tentato di svuotare o smontare. E perciò è ora necessario che lo stesso La Cavera si preoccupi di affrontare, ed a sua volta smontare o svuotare, non solo la campagna denigratoria che contro di lui parte da destra, ma anche la non meno tendenziosa campagna di annessione del suo nome, e di controllo sulle sue nuove funzioni, che muove da sinistra. Ci auguriamo che non gliene manchino al più presto le occasioni; ed a questo punto ci interessa ricordare anche che La Cavera è un consigliere nazionale in carica del Partito Liberale di Malagodi. Ci interessa ricordare questo perchè tutta la vicenda di La Cavera dimostra che non si può fare valere una linea meridionalista, e quindi liberale, nell'ambito dell'attuale Partito Liberale, così come non si può fare valere una linea meridionalista, e quindi le esigenze di una politica di ·sviluppo, nell'ambito della attuale Confindustria. Giova aggiungere poi che oggi risulta dimostrato che avevano ragione coloro i quali cercarono di opporsi ~!l'avvento di Malagodi e cercarono comunque di impedire l'usurpazione del PLI da parte della Confindustria, a sua volta conquistata dall' Assolombarda: è infatti l'avvento di Malagodi (e quello di De Micheli) che ha segnato veramente la fine del quadripartito [33] Bibliotecaginobianco

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