Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

altro paese e, invece, una politica comune che, armonizzando le iniziative non necessariamente simili, ma equivalenti in ogni paese, assicuri la stabilità finanziaria, un livello elevato d'impiego ad un ritmo, elevato di sviluppo. Occorre ora preparare i paesi membri allo sforzo necessario per assicurare la ripresa e la continuità dell'es,pansione nella stabilità. La fase di rallentamento congiunturale attuale ha permesso ai paesi membri di arrestare l'inflazione e, nel caso dei paesi più colpiti, di rovesciare la tendenza all'emorragia di divise ... Ma l'accrescimento delle riserve di produzione e di divise rende insieme necessaria e possibile una ripresa dell'attività economica ed un aumento del suo tass·o di accrescimento. Tuttavia, la disuguale ripartizione di queste riserve tra i paesi membri non permette a tutti d'intraprendere una politica di rilancio autonon1a senza rischi d'inflazione o minaccia di disorganizzare lo svilup,p-o dei paesi membri. Bisogna dunque preparare ed elaborare la p·olitica di rilancio sul piano comunitario ... ». La ripresa economica, che è in pieno sviluppo fin da maggio, rende più che mai attuali le preoccupazioni esposte nel citato documento del Comitato Monnet. La nuova espansione in corso potrà essere affidata semplicemente alla domanda dei consumatori ed all'azio11e spontanea degli industriali: ma non si può fare esclusivo affidamento sull'automatismo delle forze economiche. I Governi delle Comunità dovranno utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per garantirsi uno sviluppo economico soddisfacente. La Commissione del Mercato Comune ha dichiarato, per bocca del Vice Presidente Marjolin, che, a suo avviso, il metodo migliore per accelerare una tale espansione consiste nell'assicurare il coordinamento delle politiche dei Sei Paesi. Dal canto suo, il Comitato Monnet ha proposto che i Ministri delle Finanze dei Sei, in collaborazione con la Commissione del MEC, comincino ad esaminare le condizioni di una politica finanziaria concertata. In questa prospettiva deve essere considerata uno scacco serio la decisione del Consiglio dei Ministri CECA di non accettare le proposte dell'Alta Autorità sulla crisi carbonifera. Sebbene questa non sia la sede per un esame dettagliato della questione, occorre a questo proposito fissare alcuni punti. Accusare l'Alta Autorità dell'attuale situazione carbo- · nifera non ha molto senso, se si tien ~onto che le ragioni profonde della crisi risalgono alla struttura stessa d~l mercato energetico europeo. Si tratta di vedere se aveva ragione l'Alta Autorità a proporre il suo piano anticrisi, o se hanno avuto ragione i Governi a respingerlo. Nonostante le [29] Bibliotecaginobianco

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