Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

della Francia di De Gaulle, ma non reggerebbe alla prova di una brusca svolta, che nuove circostanze imponessero al Quai d'Orsay. Ora, non c'è dubbio che questa critica abbia un fondamento, e che soltanto le soluzioni istituzionali potrebbero conferire un valore permanente all'intesa franco-tedesca. Tuttavia sarebbe un errore considerare l'accordo franco-tedesco con criteri meramente tradizionali: sia per le ragioni politiche, appena indicate, che mostrano il carattere non transitorio dell'identità ,degli scopi fondamentali perseguiti dai due paesi; sia perchè l'atteggiamento francese sulla Zona di Libero Scambio, lungi dal1' obbedire ai criteri tradizionali della politica di prestigio nazionale (che avrebbe dovuto, invece, portare De Gaulle a cercare l'appoggio inglese per il proposto triumvirato atlantico), è invece il risultato delle nuove esigenze determinate dal farmarsi del Mercato Comune. In realtà, il Trattato istitutiyo della C.E.E., mentre ha rappresentato da parecchi punti di vista un regresso rispetto alla CECA, ha però il vantaggio di essere stato realmente appoggiato dalle forze economiche francesi. Per conseguenza, q11ando gli inglesi hanno cercato di imporre la Zona di Libero Scambio, il Quai d'Orsay ha avuto dalla sua parte il fulcro di quelle stesse forze economiche, dal Patronat ai liberi sindacati. De Gaulle non ha pertanto imposto una sua politica al paese; ne ha seguito la volontà. E' questo che ci consente di dire che la nostra impostazione non è meccanicamente economicistica; e che ci sono implicazioni politiche, derivanti immediatamente dal processo di integrazione economica, che reagiscono a loro volta sul tessuto sociale e sul sistema politico provocando una serie di sviluppi a catena in senso europeistico. Ancora: è stato detto, prevalentemente dagli inglesi, che l'opposizione alla Zona di Libero Scambio non si spiega con la volontà europeistica, ma con l'ostinazione protezionistica degli ambienti economici francesi. Questa tesi è, però, non solo contraddetta dalla realtà cl.ellaconcorrenza tedesca e degli altri quattro paesi che la Francia decide .di affrontare con il Mercato Comune; non solo non regge alla prova dei fatti, quando si consideri che l'altezza media della tariffa comune dei Sei non raggiungerà gli indici delle attuali tariffe francesi; ma non si concilia neppure con le accuse di coloro i quai affermano che il Governo francese accetta il Mercato Comune non come tappa verso gli Stati Uniti d'Eu- [26] Bibliotecaginobianco

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