libero scambismo; ma essi dimenticano che le esigenze di espansione commerciale non sono tutta la politica estera di un paese. Sebbene, infatti, non si metta quì in dubbio l'importanza delle nuove correnti commerciali tedesche, ed il pericolo che Bonn, nel prossimo futuro, sposti troppo lo accento sulle esigenze libero-scambistiche delle sue industrie di esportazione, si vuole d'altra parte riaffermare che le necessità della scena politica internazionale rimarranno immutate, che Parigi rimarrà in ogni caso un punto cardinale dell'orizzonte tedesco, che la classe dirigente della Repubblica Federale non potrà non ·capire alla lunga che l'unità europea concilierà le esigenze della sicurezza politica con le possibilità della • • espansione economica. Se poi dalla scena tedesca si passa a quella frances.e, il punto di arrivo è lo stesso. Per la Francia l'intesa permanente con la Germania è essenziale. Non solo perchè uno slittamento di Bonn verso posizioni filo-sovietiche - o anche solo neutralistiche - porterebbero allo smantellamento della NATO ed alla perdita per la Francia del suo attuale scudo protettivo; ma anche perchè l'intesa con la Germania è il solo mezzo che consenta alla Francia di tornare ad esercitare una funzion.e di guida sulla scena mondiale. De Gaulle ha capito che, senza i capitali tedeschi, Parigi non riuscirà da sola a reggere lo sforzo di finanziare gli investimenti in Africa. E De Gaulle ha pure capito che sul problema del riarmo nucleare Francia e Germania sono unite. Escluse l'una e l'altra dal « Club dei Tre», tendono entrambe ad an11ullare l'ostracismo delle potenze maggiori: la Francia costruendo le sue bombe, la Germania cercando di ottenere armi nucleari in dotazione per la Bundeswehr. De Gaulle non può non considerare quindi come il prestigio inte;rnazionale della Francia crescerebbe enormemente il giorno in cui essa potesse parlare anche a nome della Germania. Si può ,essere nazionalisti o europeisti, ma non si può eludere la logica della politica di potenza, a meno che non si voglia scegliere la politica della impotenza, la strada dèl suicidio. C'è però una obiezione che si muove a questa visione dei rapporti franco-tedeschi: l'intesa tra Parigi ·e Bonn, si dice, ricalca i sentieri tradizionali delle politiche .nazonali europee, l'asse Parigi-Bonn, come viene polemicamente de.finito, obbedirebbe quindi alle esigenze nazionalistiche [25] Bibliotecaginobianco I
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