formula di centro-sinistra era già il risultato di una scelta, di un giudizio negativo su quel governo e su quella formula implicito nell'atteggiamento tenuto nei riguardi del Partito socialista dagli ambienti della sinistra democratica e da una frazione degli stessi socialdemocratici; giova ricordare che da _questoatteggiamento ha tratto conforto l'operazione M.U.I.S., l'iniziativa dei Zagari e dei Matteotti, che uscendo dalla maggioranza parlamentare hanno consacrato ufficialmente l'impossibilità di sopravvivenza dell'alleanza Fanfani-Saragat. E' accaduto infatti che tutta la sinistra democratica, bloccata dalle decisioni del Congresso socialista, pur continuando a discutere sul senso delle decisioni prese degli autonomisti, s'è comportata come se non vi fosse altra prospettiva che quella di secondare i disegni del P.S.I. emersi confusamente dal congresso stesso. Questo ha fornito uno sche~ ma delle ragioni ideologiche della lotta dei socialisti ed ha fissato delle mete finalistiche secondo una tradizione che è propria dei convegni socialisti, non ha fornito invece un programma attuale di azione politica. Per convincersi di ciò basta considerare quante e diverse possibilità interpretative sono implicite nella formula dell'alternativa, risultata, a Napoli, comune a tutti le correnti. Bloccata, dunque, da queste decisioni socialiste, la sinistra laica e i secessionisti socialdemocratici - ma alcuni anche perchè affascinati da un miraggio di rovesciamento totale delle realtà politiche, che sembra accompagnarsi al vagheggiamento della formula dell'alternativa di potere - hanno lasciato intendere che facevano propria l'interpretazione letterale dello schema con cui gli autonomisti socialisti 0' alari e Vecchietti, coerenti nel loro programma frontista, sono fuori causa), avevano vinto a Napoli; hanno mostrato cioè di credere nella possibilità di provocare una crisi nella D.C. (un processo di chiarificazione, come si usa dire), rendendole difficile ogni collaborazione a sinistra, e sperando d'altra parte nella reazione della base democratica e antifascista qualora i dirigenti demo- -cristiani si fossero visti costretti a rivolgersi a destra. Senonchè a questo punto si potrebbe osservare che l'atteggiamento della sinistra democratica laica risultava gratuito, perchè subalterno e perciò privo di quelle ragioni che potevano almeno in parte giustificare il comportamento dei socialisti. Questi ultimi avevano ed hanno problemi di equilibri interni, devono conciliare l'inconciliabile, devono dire « alternativa >> anche quando alcuni di loro preferirebbero dire il contrario. Il P.S..I., d'altronde, come organizzatore di massa che ha posizioni e inte- [11] Bibliotecaginobianco
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